Si allarga l’inchiesta su Lombardia Film Commission: oltre alla già nota operazione di acquisto dell’immobile a Cormano, che secondo l’accusa è servito per drenare fondi pubblici, la Procura sta esaminando numerose altre operazioni. Nel corso di due ore e mezza il commercialista Alberto Di Rubba “ha chiarito la sua posizione nei termini di estraneità agli illeciti che gli sono stati contestati”, come spiega il suo avvocato Piermaria Corso, che ha richiesto la revoca dei domiciliari per i suoi assistiti, ma gli accertamenti proseguono ad ampio raggio. In una intercettazione dello scorso marzo – come riporta Il Fatto Quotidiano – il commercialista Andrea Manzoni, parla con l’imprenditore Francesco Barachetti di gel igienizzante, diventato “di moda” a causa dell’emergenza-Covid.
Gli addebiti vengono respinti sia dai diretti interessati, sia dai vertici della Lega. Matteo Salvini osserva che “è da anni che cercano i soldi in Russia, Svizzera, Lussemburgo, leggevo anche a Panama e Cipro, li aspetto in Bolivia e Nuova Zelanda e poi è Risiko. Rispetto il lavoro dei giudici ma sono tranquillo, non mi preoccupano le inchieste”.
Il Presidente della Lombardia Attilio Fontana ha detto: “Leggere di indagini fondate sul nulla, sulle gole profonde, mi lascia abbastanza indifferente. Quando avrò letto gli atti farò valutazioni, ma non sulle chiacchiere. È molto curioso che una persona debba fare valutazioni inchieste senza leggere atti giudiziari. Atti che dovrebbe ero essere coperti da segreto istruttorio. Sta lavorando la magistratura, valutiamo quali sono le risultanze che emergeranno e poi prenderemo decisioni per adesso è talmente fumoso tutto e non mi sono ancora fatto un’idea” ha poi aggiunto il governatore, alla domanda se la Lombardia intende revocare gli incarichi nelle società partecipate della Regione ai commercialisti coinvolti”.
Presumibilmente l’accertamento della verità richiederà molto tempo, ma nel frattempo non si può perdere di vista la situazione di Lombardia Film Commission, la cui situazione che viene duramente stigmatizzata da un comunicato del PD: “Tutte le scelte compiute da Regione Lombardia nella scorsa legislatura e nella presente non sono state orientate a far funzionare la Lombardia Film Commission per i suoi scopi, ma per altri”, scrivono il capogruppo in Regione Fabio Pizzul e la consigliera Paola Bocci.
“Ora Fontana e la sua giunta devono ripartire da zero, iniziando con la richiesta di rescindere il rapporto di consulenza con Scillieri, come gli abbiamo chiesto formalmente, e di rinnovare al più presto l’organismo di vigilanza, con la massima garanzia di assenza di conflitti di interesse. Dopodiché, Fontana rinnovi la rappresentanza della regione nel Cda e revochi così il mandato al presidente Dell’Acqua. Occorre un nuovo bando per individuare una persona di provata competenza nel settore dell’audiovisivo e del cinema, che sia in grado di rilanciare finalmente un ente che si è dimostrato in questi anni del tutto inutile al settore e ha fatto parlare di sé solo nelle cronache giudiziarie”.