Nella Milano della fase-2 si ricomincia a parlare di sport. Tengono banco le discussioni sul futuro di San Siro, ma per la pratica amatoriale conta di più la riapertura dell’Idroscalo, avvenuta ieri, e il via libera alle discipline individuali: si ricomincia con tennis, golf, atletica e arrampicata sportiva, purché all’aperto.
E’ invece prevalentemente indoor l’attività di Zero Gravity, la palestra multifunzionale del quartiere Lambrate dove solitamente è possibile praticare parkour, pole-dance e tante altre specialità, anche per bambini. Quando ci saranno le condizioni per riaprirne le attività, purtroppo lo si dovrà fare senza il suo fondatore Andrea Poffe, scomparso improvvisamente a soli 40 anni per via di un malore.
La sua è una storia decisamente particolare: dopo la laurea in ingegneria, un MBA ad Harvard e l’inizio del lavoro per Morgan Stanley, prima a Londra e poi a New York, Andrea ha deciso di mollare tutto e cambiare vita, seguendo la sua passione per lo sport.
Tornato a Milano, insieme al fratello Michele e all’amico Francesco Pisani ha dato vita a Zero Gravity. Nato dalla collaborazione con il Comune, in poco tempo il centro ha riscosso un successo clamoroso, diventando un punto di riferimento per la città.
Chiara Bisconti, allora assessora allo Sport nella Giunta Pisapia, lo ricorda così: “Seduto sul divano, poco più che trentenne, ci raccontava il suo sogno. Era appassionato, convincente, ben chiara davanti agli occhi la sua idea. Voleva un posto da cui iniziare. Lo abbiamo trovato. E anno dopo anno è cresciuto, fino all’apertura di Zero Gravity. È andato via troppo presto. Ci ha lasciato un luogo di sport splendido, di cui tutta Milano deve andare fiera”.
Un centro di ben 4.000 metri quadri, con la palestra “Academy” per bambini, ragazzi e principianti, la zona “Master” per gli agonisti, un’area per il fitness e un parco di 6.000 metri quadri con tre campi da beach volley.
Un modello che Zero Gravity, grazie all’entusiasmo del suo fondatore, intendeva replicare in altre città.
Incentivare le iniziative legate allo sport amatoriale rappresenta un tema cruciale soprattutto nelle metropoli, dove alcuni centri periferici rappresentano veri e propri presidi di legalità e prevenzione del disagio. A maggior ragione, la ricostruzione post-Covid dovrà tenerne conto. Si basa su queste premesse la delibera approvata dal Consiglio Comunale di Milano, per dare un aiuto concreto ai gestori di impianti pubblici messi in difficoltà dalla pandemia.
Proposto dai consiglieri Alessandro Giungi (PD) e Marco Fumagalli (Alleanza Civica per Milano), il provvedimento prevede la sospensione di bandi di concessione, la proroga biennale per le concessioni in scadenza nel 2022/23, nonché l’erogazione di contributi straordinari e la sospensione per tutto il 2020 dei canoni di locazione e concessione.
Inoltre, i centri sportivi di Milano vengono individuati come possibili sedi della “Summer School” proposta dal Sindaco Sala per conciliare il bisogno di socialità dei bambini con le necessità dei genitori, che nella fase-2 dell’emergenza stanno gradualmente tornando ai rispettivi posti di lavoro.
Leggi l'articolo originale su TPI.it