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Inchiesta sul Covid-19 in Regione Lombardia: Baffi (IV) si dimette dalla guida della Commissione

Un'immagine d'archivio del consigliere di Italia Viva, Patrizia Baffi, qui ritratta con l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, che è stata eletta presidente della commissione d'inchiesta, istituita dal Consiglio regionale della Lombardia, per fare luce sull'emergenza Covid-19. ANSA / Tiziano Manzoni

Patrizia Baffi (Italia Viva) si è dimessa dalla presidenza della commissione d'inchiesta istituita in Regione Lombardia per fare luce sulle vicende relativa alla gestione dell'epidemia di Covid-19.

Di Lorenzo Zacchetti
Pubblicato il 5 Giu. 2020 alle 17:42

Patrizia Baffi (Italia Viva) si è dimessa dalla presidenza della commissione d’inchiesta istituita in Regione Lombardia per fare luce sulle vicende relativa alla gestione dell’epidemia di Covid-19. “Poiché credo fermamente nell’importanza della commissione d’inchiesta, che avrà il compito di fare chiarezza sull’emergenza sanitaria che ha tanto segnato la nostra regione e le nostre vite e che dovrà anche portare all’avvio di un percorso di revisione della riforma sanitaria regionale, per sanare le carenze del sistema e superare le debolezze che sono emerse in questi mesi, con la presente rassegno le mie dimissioni dalla carica di Presidente a far data da oggi, nella speranza che ciò possa contribuire a ristabilire un clima favorevole allo svolgimento dell’importante lavoro che ci aspetta”. Così scrive l’ormai ex presidente in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, con la quale annuncia e rassegna le sue dimissioni.

“Per il buon esito dei lavori della Commissione d’inchiesta- conclude la nota della consigliera renziana- ritengo fondamentale la partecipazione e il contributo diretto di tutti i rappresentanti delle minoranze, senza i quali non ha nemmeno senso avviare e far partire la Commissione”.

La notizia era nell’aria, dopo le tensioni che avevano portato la vicepresidente Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) a rimettere il proprio mandato all’ufficio di presidenza, denunciando le difficoltà nell’avvio dei lavori.

Strada aveva esortato a “lavorare tutti insieme per degli obiettivi comuni e cercare di capire cosa non abbia funzionato” e, citando il Presidente della Repubblica, aveva invitato “le forze di maggioranza e con tutti noi dell’opposizione a sedersi intorno ad un tavolo per definire una strategia condivisa che permetta alla commissione di lavorare in modo democratico, in serenità, serietà e nella sua completezza per il bene della collettività, per il bene comune e che non diventi un luogo di lotta per una poltrona”.

Un tentativo di riconciliazione che non è andato a buon fine, come peraltro prevedibile dopo le aspre tensioni che hanno caratterizzato l’intera vicenda. La presidenza della commissione spettava infatti all’opposizione, che per ben due sedute ha insistito sulla candidatura di Jacopo Scandella (PD). Tuttavia, la maggioranza di centrodestra non ha sostenuto il candidato dem, con un atteggiamento che è stato interpretato come una rivalsa dopo la turbolenta seduta nella quale era stata bocciata la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al Welfare Giulio Gallera. Una mozione, peraltro, che Baffi non aveva votato, suscitando polemiche per una sua presunta vicinanza alla maggioranza, tesi peraltro suffragata dal commento più che favorevole della consigliera renziana nei confronti di Attilio Fontana, sotto una foto che li ritraeva insieme, postata dalla stessa Baffi sui social.

Per protesta contro l’atteggiamento della maggioranza e contro la stessa Baffi, il PD aveva ritirato i suoi membri della Commissione e medesimo gesto è arrivato anche dai consiglieri del Movimento Cinque Stelle. La situazione aveva creato imbarazzo anche in seno a Italia Viva, anche per via dell’impegno professionale di Baffi in una RSA, che naturalmente avrebbe dovuto essere – come tutte le altre – oggetto del lavoro di inchiesta della commissione. Travolta dalle polemiche, la consigliera di Codogno, primo epicentro dell’epidemia nella Regione, ha rassegnato le dimissioni.

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