Coronavirus, Milano 2030 chiede di “commissariare la sanità lombarda”
“Commissariare la sanità lombarda va fatto ora”: è un attacco durissimo quello di “Milano 2030”, rete di associazioni e partiti della sinistra milanese, alla giunta guidata da Attilio Fontana, incapace, secondo il gruppo, di fronteggiare l’epidemia di Coronavirus. La sua presa di posizione “denuncia le scelte della Giunta lombarda, causa del gravissimo impatto del Covid-19 in Lombardia, e chiede la nomina di un commissario ad acta per la sanità regionale”.
Le accuse rivolte all’amministrazione-Fontana sono corpose: “La frammentazione dell’assistenza territoriale, la decisione di trasferire i malati di Covid-19 nelle RSA, lo scarso coinvolgimento della sanità privata lasciata libera di scegliere se e come collaborare, le cifre, esigue ai limiti del ridicolo, del bilancio regionale destinate alla gestione dell’emergenza, fanno della Lombardia l’area del mondo con il più alto tasso di casi e di decessi, con un prezzo gravissimo per il personale sanitario, i medici di base e gli ospiti delle residenze assistite”.
Milano 2030 mette insieme diverse realtà che stanno alla sinistra del PD e che “nonostante le differenze, le divisioni e i punti di vista non sempre coincidenti, hanno scelto di provare a lavorare insieme su alcuni temi e progetti”.
Ne fanno parte: Articolo Uno Milano Metropolitana, Costituzione Beni Comuni, Diem 25 Milano, èViva Milano, Forum per il Diritto alla Salute Lombardia, Medicina Democratica, Milano In Comune, Possibile Milano, Punto Rosso, Partito della Rifondazione Comunista Milano, Sinistra Italiana Milano e Lombardia e Sinistra x Milano.
In una lettera rivolta ai gruppi di opposizione in Consiglio Regionale (PD, Movimento 5 Stelle, Civici Europeisti e +Europa/Radicali), Milano 2030 sostiene che “la protratta insipienza e inattività della Giunta regionale configuri quel pericolo grave che giustifica la nomina senza indugio in Regione Lombardia di un commissario ad acta”.
“Il modello lombardo di sanità, con il progressivo smantellamento della sanità pubblica, padre degli errori commessi, è stato consentito tra le altre cose dalla regionalizzazione della sanità, causa principale delle difficoltà di coordinamento che hanno ostacolato la tempestiva gestione dell’emergenza”.
“Milano 2030 chiede che questa crisi sia l’occasione anche per l’abbandono di qualunque proposta di regionalismo differenziato e auspica il ritorno ad una sanità uguale per tutti i cittadini, fondata su obiettivi di salute e non sul mercato e la concorrenza”.
Il gruppo, che già all’inizio dell’emergenza aveva fatto fronte comune contro possibili speculazioni, ha pubblicato la propria petizione su Change.org, per la libera sottoscrizione anche da parte di singoli cittadini.
Nel Partito Democratico, un’autorevole sponda arriva dall’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, il quale precisa di non avere “nulla di personale” nei confronti di Gallera (i due sono stati entrambi consiglieri a Palazzo Marino, seppure su schieramenti diversi), ma di essere totalmente d’accordo con la proposta del Commissariamento.
“Fontana e Gallera non ce la fanno”, chiosa l’ex assessore al Welfare del Comune di Milano.
Di tutt’altro tenore la replica di Gabriele Abbiati, consigliere comunale della Lega: “Commissariare la Sanità lombarda? Per proporre quale modello, quello nazionale della Protezione Civile che non ha fornito le mascherine e quando le ha fornite ha mandato stracci utilizzabili, al massimo, per travestirsi da coniglietto Bunny, come ha detto De Luca? Vogliamo parlare dei respiratori che non sono arrivati, delle zone rossa mai attuate? Per favore, è evidente che la sinistra il rispetto non ce l’abbia, ma almeno la decenza…”.
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