L’entusiasmo con il quale è stato accolto l’annuncio della ricandidatura di Beppe Sala non è certo una sorpresa, per chi conosce Milano e le sensazioni che la attraversano. Già nelle scorse settimane, con tutte le difficoltà legate alla seconda ondata di Covid-19, i sondaggi esprimevano chiaramente il forte gradimento del quale il Sindaco ha sempre goduto in città, anche a livello trasversale tra gli schieramenti politici. Un appeal tale da indurre il centrodestra a tergiversare nella scelta del suo contendente, nella consapevolezza di assegnargli un compito molto gravoso.
L’ufficializzazione della scelta di Sala, che era nell’aria ormai da un po’, è arrivata proprio nel giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città. Un annuncio che letteralmente entusiasmato il centrosinistra milanese, ma anche gli esponenti nazionali. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ne ha parlato come di “una bellissima notizia”, aggiungendo che Sala è “un grande Sindaco che si rimette al servizio della sua città”. Tra i parlamentari, gioiscono soprattutto i milanesi, a partire da Barbara Pollastrini: “Siamo fieri di te e orgogliosi di una città che saprà ricostruirsi per ricostruire un’Italia riconosciuta nel mondo. Aver scelto il giorno di Sant’Ambrogio, per il tuo annuncio, ha un valore simbolico per credenti e non credenti; per chi crede nel dialogo, nella laboriosità e nelle virtù civiche della Storia migliore che vede in Milano, con i suoi comuni attorno, una stella. Saremo con te con impegno e affetto per aiutare una coalizione rappresentativa della memoria degli anziani e il disegno del futuro dei ragazzi e delle ragazze”.
Entra nei contenuti il Senatore Franco Mirabelli, secondo il quale il messaggio di Sala “è davvero bello ed è già un programma elettorale. Il Sindaco si ricandida il giorno di Sant’Ambrogio, la giornata di Milano, ricordando che questa città è speciale, ha una sua storia meravigliosa che ne ha forgiato l’identità. L’ha fatto ricordando e rivendicando la dimensione europea ed internazionale della nostra città che ci è riconosciuta e di cui dobbiamo essere orgogliosi, l’ha fatto impegnandosi a non vivacchiare ma ad aprire una fase nuova, dimostrando di essere in sintonia con l’ambizione che è sempre stata di Milano a non fermarsi, a essere capofila dell’innovazione, a mettere la città prima delle appartenenze politiche. Infine l’ha fatto col cuore in mano, con spirito di servizio. La ricandidatura di Sala è una bella notizia per il Pd e per il centrosinistra, ma soprattutto per i milanesi che potranno contare su un sindaco che ha dimostrato di saper guidare la città, superare le difficoltà e immaginare e costruire un futuro fatto di eccellenze e solidarietà”.
Del tutto in linea anche i commenti che arrivano dall’Europa, sia da parte del milanese Pierfrancesco Majorino (che twitta: “La scelta migliore per Milano: Beppe Sala!”) che del ligure (ma ben radicato anche all’ombra del Duomo) Brando Benifei: “Milano è una città che in questi anni ha saputo cambiare profondamente grazie alle giunte di centrosinistra, prima con Giuliano Pisapia e poi con Beppe Sala”, scrive il capodelegazione del Pd a Bruxelles. “Dare continuità, soprattutto in questa difficile emergenza, a una esperienza di governo così innovativa e progressista è molto importante per Milano e l’Italia. E se c’è una persona che ha le qualità e le competenze per trovare soluzioni alle sfide urbanistiche, sociali e amministrative, quella è sicuramente Beppe Sala. In bocca al lupo e avanti Milano!”.
Silvia Roggiani, che da segretaria milanese del Pd dovrà guidare la prossima campagna elettorale, delinea un percorso molto preciso: “Adesso, come ha ribadito Giuseppe Sala, dopo anni di grande protagonismo della nostra città, c’è bisogno di aprire una fase nuova. Questa amministrazione, insieme ai consiglieri, alla giunta e al Partito Democratico, ha gettato le basi per il nuovo volto di Milano, che non smetterà di avere il suo carattere, unendo sempre sviluppo e solidarietà, e di essere la vetrina dell’Italia in un mondo provato e mutato dalla pandemia, trovando nuove formule e nuovi equilibri. Un’ottima notizia dopo tanti mesi di buio, che ci fa guardare al domani con più speranza. Noi siamo con Beppe Sala e con la Milano dal grande cuore che è pronta a rialzarsi e ripartire senza lasciare indietro nessuno”.
Il suo precedessore Pietro Bussolati, oggi consigliere regionale e membro della segreteria nazionale, esulta: “Una splendida notizia per costruire Milano oltre la pandemia”. Altrettanto ottimista è l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran: “Ancora 5 anni con Beppe Sala per avviare la nuova fase di Milano!”.
Per il segretario del Pd lombardo Vinicio Peluffo, “la ricandidatura di Beppe Sala è l’ottima notizia di questo volgere dell’anno. Serve aprire una nuova fase, ripartendo anche dalla lezione della pandemia sul vivere oggi. Per costruire un nuovo e diverso modello di città, sempre più inclusiva, sempre più internazionale, occorre unire la concretezza alla visione. E sappiamo bene che Beppe Sala è la persona giusta”.
Elena Buscemi, consigliera comunale a Milano e delegata alle politiche per il lavoro in Città Metropolitana, dopo la tradizionale cerimonia degli Ambrogini d’Oro commenta: “Oggi è una giornata importante per Milano. Oggi abbiamo ricordato Sant’Ambrogio premiando i benemeriti della Città. Uomini, donne, associazioni che hanno fatto e fanno grande Milano. Ha detto bene il Sindaco: Milano sa reagire e sempre ripartire. Lo ha fatto nel passato e sarà ancora guida dell’Italia e in Europa. E permettetemi, oggi è una buona giornata anche per il futuro, in quanto Beppe Sala ha confermato la volontà di ricandidarsi, di essere ancora protagonista insieme alla nostra splendida comunità di questa dura ma avvincente sfida. Grazie Sindaco”.
Un annuncio, quindi, che meglio di così non avrebbe potuto essere accolto. E anche dal tempismo perfetto. Chi temeva che sciogliere le riserve dopo l’eventuale annuncio del centrodestra sarebbe suonato come una dimostrazione di incertezza è stato servito. Una gioia che è anche un sospiro di sollievo, perché dopo la rinuncia di Pisapia al secondo mandato non fu semplice riorganizzarsi. Ci volle, appunto, la discesa in campo di Sala, allora conosciuto soprattutto come manager e oggi apprezzato anche per la sua visione politica. La sua decisione ributta la palla nel campo delle forze di opposizione, a cui ora tocca pensare a come reagire. E la sfida sta per cominciare.
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