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Migranti, sequestrata nave Aquarius: Msf indagata per cattiva gestione rifiuti. L’ong: “Vogliono criminalizzarci”

La nave Aquarius

L'accusa è di aver scaricato nei porti dell'Italia rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata facendoli passare per rifiuti urbani

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 20 Nov. 2018 alle 20:43 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:36

Il 20 novembre 2018 è stato disposto il sequestro della nave Aquarius della Ong Medici senza Frontiere.

L’accusa nei confronti di MSF è di aver scaricato nei porti dell’Italia rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata facendoli passare per rifiuti urbani.

In base a questa accusa è stato disposto il sequestro preventivo della nave Aquarius e di 460 mila euro prelevati dai conti correnti di alcuni indagati.

Al momento del sequestro, la nave della Ong si trovava nel porto di Marsiglia.

Secondo quanto riportato nell’indagine della Guardia di finanza e della polizia, coordinata dalla Procura di Catania, sarebbe stato accertato lo smaltimento illecito in 44 occasioni di 24 mila chili di rifiuti accumulati durante le attività di salvataggio in mare condotte dalla nave.

Gli indagati in totale sono 24 e secondo l’accusa i soggetti coinvolti, a vario titolo, avrebbero “sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti”.

Nell’inchiesta sono coinvolti tra gli altri i due agenti marittimi Gianino Francesco e Romeo Giovanni Ivan, e il personale di Medici senza frontiere.

Lo scarico, ha spiegato l’accusa, è avvenuto in 11 diversi porti italiani quali: Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania, Brindisi in Puglia.

Le indagini della procura hanno analizzato i rifiuti scaricati dalla nave Aquarius di Medici senza Frontiere dal marzo 2017 al marzo 2018, tra cui risultano esserci anche “gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari”, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica.

La nave Aquarius è stata spesso al centro di scontri diplomatici tra i paesi europei, in primis Italia, Malta, Francia e Spagna.

In diverse occasioni l’imbarcazione ha avuto difficoltà nell’avere accesso a un porto sicuro in uno dei quattro paesi.

Le parole di Medici Senza Frontiere – In un comunicato l’ong definito il sequestro del natante “una misura sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare”.

“Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti”, ha scritto Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per Msf.

“È l’estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”.

Per l’organizzazione umanitaria tutte le “operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard” e “le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando Msf ha avviato le attività in mare nel 2015”.

Medici Senza Frontiere ha ribadito “piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane”.

“Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria, a detto Gabriele Eminente, direttore generale di Msf in Italia. 20

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