La Guardia costiera della Libia ha recuperato e soccorso un centinaio di migranti che si trovavano a bordo di un gommone alla deriva nel mar Mediterraneo. Al momento del salvataggio, avvenuto nel pomeriggio di lunedì 11 febbraio 2019, l’imbarcazione era nell’area Sar di competenza libica.
Inizialmente era stato richiesto l’intervento delle autorità italiane e maltesi. Le autorità italiane avrebbero tuttavia rifiutato di attivarsi per il soccorso e, trattandosi di un’imbarcazione in acque di competenza libica, avrebbero informato la Guardia costiera di Tripoli.
Per la comunità internazionale la Libia non è considerato un porto sicuro.
“Gommone con 100 immigrati individuato e recuperato dalla Guardia Costiera Libica. Tutti salvi, tutti tornati da dove erano partiti. Bene”, ha commentato il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini.
A bordo del gommone c’erano una cinquantina di donne e una trentina di bambini.
Il barcone si era messo in contatto in mattinata con Alarm Phone, il numero di emergenza attivato dalla rete internazionale di attivisti Borderline Europe e da Watch The Med. I migranti hanno spiegato che il motore del gommone non era più funzionante.
Intorno alle 12 Alarm Phone ha avvisato le autorità italiane e maltesi parlando di “150 migranti in difficoltà”. Nel pomeriggio sull’account Twitter del numero di emergenza si descriveva la situazione come “molto tesa”: i migranti “temono di essere riportati in Libia, cercano la libertà in Europa”.
Verso le 17 la notizia dell’intervento della Guardia costiera libica. Tripoli ha assunto il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso, inviando in area un proprio mezzo.
Durante una conferenza stampa per commentare i risultati delle elezioni regionali in Abruzzo, il ministro Salvini ha commentato: “Vi assicuro che stiamo lavorando perché entro pochi minuti la Guardia costiera libica li riporti nei loro porti, perché in Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare, né sui barchini né sui barconi”.
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