Dal 1° gennaio al 6 luglio 2024, almeno 399 migranti sono morti e altri 487 risultano dispersi nel Mediterraneo centrale mentre cercavano di raggiungere l’Europa, in particolare Italia e Malta, dal Nord Africa, soprattutto da Libia e Tunisia.
La denuncia arriva dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) in Libia, che nel suo ultimo aggiornamento pubblicato oggi sulla piattaforma X (ex Twitter) precisa come dall’inizio dell’anno almeno 9.578 persone siano state intercettate in mare e riportate nel Paese nordafricano, compresi 641 donne e 321 minori. Almeno 598 migranti sono stati riportati in Libia soltanto tra il 30 giugno e il 6 luglio.
“Cinque persone muoiono ogni giorno nel Mediterraneo centrale, la rotta più letale del mondo”, ha commentato il direttore dell’Oim in Italia e Malta e Coordinatore per l’area, Laurence Hart. “Dovremmo concentrarci sulle storie, non solo sui dati: i numeri non catturano l’intero problema: trafficanti e contrabbandieri fanno sembrare le cose facili ma è un incubo”.
Le rotte africane verso il Mediterraneo e l’Europa, come mostrato dalla mappa elaborata da TPI, si incrociano progressivamente verso Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto, da dove partono i barchini diretti nel Vecchio Continente. Per arrivare alla costa però bisogna, prima o poi, attraversare il deserto e diversi territori in guerra o instabili: Etiopia, Eritrea, Sudan, Sud Sudan, Ciad, Niger e Mali registrano tutti tensioni civili, politiche, etniche o militari e ospitano già milioni di sfollati interni, rendendo il cammino dei migranti e dei rifugiati ancora più pericoloso.