Maurizio Martina (candidato alla segreteria del partito) e Matteo Orfini sono indagati per essere saliti sulla Sea Watch 3, la nave al largo di Siracusa dove da giorni si consuma l’ennesima baruffa sulla pelle di pochi disperati che solo da noi riescono a diventare un caso nazionale.
E così di denuncia in denuncia si consuma una battaglia politica che rende sempre più patetica (e inumana) la posizione del governo. Ne abbiamo parlato proprio con Maurizio Martina.
Penso di avere fatto la cosa giusta, lo rifarei, andava rotto un muro sull’atteggiamento del governo sulla questione migratoria. Qui c’è qualcosa che non è ben chiaro: chi ha violato la legge è il governo.
E invece no. Hanno violato la legge e il semplice motivo è che non possono chiudere i porti, non stanno proteggendo le persone in stato di bisogno, non proteggono minori e hanno disatteso il sistema di protezione.
Un Paese normale gestisce 47 persone in poche ore, nelle regole e in grande sicurezza. Ancora una volta sulla pelle dei disperati questi giocano il terzo tempo di una campagna elettorale permanente che finge di governare.
Li ho guardati negli occhi e qualsiasi persona riconosce i ragazzi di meno di diciott’anni. Vorrei che Salvini li guardasse in faccia.
Da mesi molti intellettuali, tra cui lo scrittore Veronesi, chiedono di “mettere i corpi”, di non rimanere inermi di fronte a questa disumana situazione e anche la manifestazione di ieri a Roma “non siamo pesci” dimostra che c’è voglia di una controffensiva decisa.
Garantiremo la presenza dei nostri parlamentari intorno alla Sea Watch. Ancora. Anche oggi. Fino alla completa risoluzione. Dobbiamo lavorare insieme alle associazioni perché le persone vengano gestire regolarmente. Anche l’esposto che abbiamo presentato è parte di questo lavoro. Tutto ciò oggi è un lavoro contro vento.
Ci dicono “non fatelo! Guardate i sondaggi!” ma non dobbiamo e non possiamo rassegnarci ai sondaggi e a questo clima che va cambiato, remando contro vento. Non possiamo accettare le battaglie del povero su povero, non possiamo sorbirci questo brodo che fa crescere una destra pericolosa e xenofoba.
I 5 stelle sono quelli che hanno votato il condono per Ischia e hanno condiviso tutte le posizioni di Salvini e che hanno fatto un decreto disoccupazione con norme che hanno lasciato a casa diverse persone.
Come l’altro giorno a Genova ho incontrato tanti dipendenti delle poste. Su Minniti rivendico che non possa essere paragonato a quello che accade oggi e non avremo mai consentito ciò che sta accadendo.
Si può discutere di tutti, anzi si deve discutere di tutti i nostri limiti. Ma onestamente è imparagonabile l’accanimento attuale rispetto al nostro sforzo nel cercare una soluzione.
No, La situazione libica è una questione aperta da molti anni, ben prima dei nostri governi. Il fatto che si sia iniziato a fare un lavoro un po’ più chiaro è un fatto incontestabile. Dopo di che sono il primo a riconoscere che quella è una vicenda irrisolta, preoccupante.
Non banalizzo. Sono il primo a ragionare su come fare un salto di qualità sui diritti umani fondamentali in quella terra. Nei nostri anni ad esempio ci siamo sforzati sulla soluzione dei corridoi umanitari e per la prima volta le organizzazioni internazionali hanno avuto accesso in Libia.
Durante la presidenza del semestre Europeo, dopo la tragedia del Bataclan, dove tirava un sentimento radicale di profonda rottura con religioni diverse dalle nostre noi dicemmo “un euro in sicurezza, un euro in cultura”.
Noi dobbiamo essere quelli che dobbiamo avanzare un’idea della cittadinanza e del legame fra i popoli basato sulla cooperazione. Dobbiamo assicurare piena cittadinanza. Serve una politica europea in parteneriato con ciò che sta crescendo in Africa, come la nuova Etiopia.
Su questo fronte si misura anche la battaglia culturale: il tema è chi vuole distruggere l’Europa come Salvini e 5 Stelle e chi vuole rafforzarla dal punto di vista politico e sociale. La vera sovranità italiana si realizza solo dentro una vera sovranità Europea. Altrimenti troverai sempre un’Austria che vuole essere più sovranista di te, e così via.
Tante chiacchiere fino all’altro giorno: “io non ho paura, io mi farò processare”, diceva. Questa mattina come altri non si difende nel processo ma si difende dal processo. Si ritorna al potere che punta a preservarsi.
Se è così convinto di essere nel giusto dovrebbe comportarsi come un cittadino normale: se è davvero “uno di noi” come un cittadino normale dovrebbe farsi processare, semplicemente.
Io sono convinto che lui in quella vicenda abbia violato la legge.
Io difendo il lavoro che hanno fatto i nostri governi, con provvedimenti fondamentali, ne cito uno su tutti che mi riguarda, la legge contro il caporalato.
Se mi chiede cosa si può fare meglio dico combattere le disuguaglianze con un miglior reddito di inclusione, una migliore riforma della scuola, e lavorare meglio sul referendum senza trasformarlo in una sfida al governo.
Tutt’altro. È da settimane che giro in lungo e in largo, incontro i lavoratori di Terni, sto andando dalla Parmalat (che alla faccia dei sovranisti invece i francesi si stanno portando via).
La mia mozione ha un titolo chiaro: “fianco a fianco”. Noi dobbiamo stare vicino alle persone.