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Catania, la giudice Apostolico non convalida i trattenimenti di altri 4 migranti

Di Marco Nepi
Pubblicato il 11 Ott. 2023 alle 14:14

Catania, la giudice Apostolico non convalida i trattenimenti di altri 4 migranti

Ancora illegittime le norme del decreto Cutro. La giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico conferma la decisione di due settimane fa e non convalida il trattenimento di altri quattro migranti. La giudice, finita nella bufera dopo la pubblicazione di un video da parte del ministro Salvini, ha ribadito che un richiedente asilo “non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda” e che le norma del cosiddetto decreto Cutro sul pagamento di una cauzione è incompatibile con le direttive Ue.

Sulla stessa materia si è espresso conformemente anche un giudice fiorentino, mentre domenica scorsa un altro giudice di Catania non aveva convalidato sei trattenimenti, portando così a 14 le ordinanze dei giudici etnei contro il decreto Cutro. La giudice Apostolico è diventata, in particolare, bersaglio degli attacchi della maggioranza per un video che la mostra mentre, ad agosto 2018, protestava contro la decisione dell’allora ministro dell’interno Salvini di non far sbarcare 150 migranti.

Nell’ultima decisione la giudice non convalidato il trattenimento di quattro migranti tunisini nel centro richiedenti asilo di Pozzallo, disposto dal questore di Ragusa. Il richiedente asilo, secondo la giudice “non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda e, come già affermato da precedenti decisioni di questo tribunale, il trattenimento di un richiedente protezione internazionale per le direttive europee, costituendo una misura di privazione della libertà personale, è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge”.

La giudice ha inoltre ribadito che lo status di richiedente asilo si ottiene con la manifestazione della volontà di invocare la protezione, manifestata in tutti e 4 i casi al loro arrivo a Lampedusa. A Pozzallo i migranti si sono limitati a ribadire quanto chiesto sull’isola: in base alla legge non è possibile applicare la procedura di frontiera e quindi il trattenimento è da considerarsi decaduto.

Secondo Apostolico la norma del decreto Cutro che prevede il pagamento di una somma a garanzia per evitare il trattenimento è “incompatibile con la direttiva Ue del 2013” la quale, in base alla giurisprudenza, prevede che “il trattenimento può avere luogo soltanto ove necessario, sulla base di una valutazione caso per caso, salvo che non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive”. La giudice ha quindi citato una sentenza della Corte di Giustizia del 2020, secondo la quale le norme Ue “devono essere interpretate nel senso che ostano, in primo luogo, a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità”.

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