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Casarini? Odiatelo se volete, ma quel che conta sono i migranti che ha salvato

Luca Casarini durante una conferenza stampa organizzata sulla nave Mare Jonio del progetto "Mediterranea". Credit: ANSA / IGOR PETYX

"Vi sta sulle palle Casarini? Fatti vostri, amici miei. Casarini non ha niente a che vedere con quei 50 disperati lasciati alla deriva". Il commento di Giulio Cavalli

Di Giulio Cavalli
Pubblicato il 20 Mar. 2019 alle 13:55 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:47

Giuro, non volevo crederci. È vero che è sotto gli occhi di tutti ma ogni volta mi sforzo di non abituarmi. Dunque, le altri navi non andavano bene perché battevano bandiera di altre nazioni e quindi dovevano andarsene là da dove erano partite e invece la Mare Jonio non va bene perché “sono quelli dei centri sociali” e quindi anche se batte bandiera italiana non può attraccare (o almeno, ci hanno provato) perché l’Italia che difende il ministro dell’inferno Salvini è solo la sua, i suoi, quelli che sono con lui, quelli simili a lui, quelli che appoggiano le sue idee e nessun altro.

E così, come una stregoneria, sparisce il fatto in sé (ovvero il salvataggio di una cinquantina di disperati) e tutti giù a parlare di Casarini, di quanto sia sporco e cattivo, come stercorari archeologici pronti a recuperare le sue foto peggiori, a dimostrare che l’ha fatto apposta (e certo, ve li immaginate le vittime delle carceri liberi che decidono di farsi frustare o stuprare per un paio di giorni in più per il gusto di mettere in difficoltà Salvini?).

Vi sta sulle palle Casarini? Fatti vostri, amici miei. Casarini non ha niente a che vedere con quei cinquanta disperati lasciati alla deriva e non è certo lui (l’Onu, solo per dirne uno) a dirci che la Libia è un guazzabuglio di torturatori, criminali e scafisti di notte che fanno i poliziotti di giorno. Ce l’avete chiaro?

Non c’entra nulla Casarini con le brutture libiche e tantomeno con l’ordine illegittimo di non fare entrare una nave italiana in situazione di emergenza (e di cattive condizioni meteo) dentro un porto italiano. E, volendo vedere, è illegittima anche la circolare che Salvini sventola tutto contento visto che quelle cose avrebbe dovuto scriverle al suo collega Toninelli, che è il ministro che dovrebbe essere chiamato in causa e invece come al solito è un fantasma.

Così, come quelli che puntano il dito su Greta al posto di parlare dell’ambientalismo come problema a ormai planetario, anche quelli che se la prendono con Casarini sono gli stolti che guardano il dito che indica la luna.

Spostare l’attenzione da una fatto a una persona, come nelle più basilari regole della comunicazione commerciale non ha niente a che vedere con la politica, con l’etica e nemmeno con il giornalismo.

E invece questo Paese ogni giorno, a velocità smisurata crea eroi immaginari, ingoia nemici immaginari e ora si diverte anche a inventarsi fiancheggiatori pur di non ammettere il fallimento totale di una politica che non riesce a lasciare 240 persone morte in mare nel Mediterraneo solo dall’inizio dell’anno e la mostruosa percentuale dell’11 per cento di morti rispetto al 3 per cento dell’anno scorso.

Loro non ce l’hanno con Casarini: loro odiano tutti quelli che vanno a ficcare il naso dove non dovrebbe esserci nessuno perché la mostruosità si possa compiere senza disturbare il potere. E così anche oggi siamo qui a parlare di Libia come Paese civile e porto sicuro e indignarci piuttosto per il rapporto di Casarini con i centri sociali. Una roba da non credere. Se non fosse che sta accadendo davvero.

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