Sgombero campo rom Giugliano sentenza | La Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, ha intimato al governo italiano di assicurare un alloggio temporaneo a 10 bambini e ai loro genitori sgomberati da un campo rom a Giugliano, nella città metropolitana di Napoli.
La notizia della decisione della Corte è stata commentata da Matteo Salvini. “La Corte Europea vuole obbligarci a dare le case ai Rom? Ahahahahah. Motivo in più per votare Lega domenica!!!”,, ha scritto sui social il vicepremier e ministro dell’Interno.
TPI ha intervistato sul caso Aurora Sordini, legale di Associazione 21 luglio e curatrice del ricorso (si veda sopra l’intervista video).
Sgombero campo rom Giugliano sentenza: cosa ha stabilito la Corte Edu
Dopo lo sgombero del campo rom di Giugliano avvenuto lo scorso 10 maggio senza una soluzione abitativa degna per le famiglie, il 16 maggio l’Associazione 21 luglio ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, preceduto dalla richiesta di applicazione di “misure provvisorie” da parte della Corte.
Le misure provvisorie corrispondono, nel diritto italiano, alla richiesta di un’azione cautelare, al fine misure di non pregiudicare il diritto dei ricorrenti.
Venerdì 17 maggio, dopo la richiesta di ulteriori approfondimenti sia ai ricorrenti sia al governo italiano, è arrivata la decisione della Corte, che è stata favorevole ai ricorrenti.
“La Corte ha riconosciuto che ai ricorrenti, ai loro famigliari e ai minori venga data una soluzione alternativa alloggiativa adeguata e che sia tutelata l’unità delle famiglie, cioè che i minori non vengano separati dai genitori”, spiega l’avvocato Sordini a TPI.
Sgombero campo rom Giugliano sentenza: chi ha fatto ricorso
I ricorrenti sono tre famiglie di origine bosniaca e di etnia rom che vivono nel territorio di Giugliano da oltre 20 anni e che sono state ripetutamente vittime di sgomberi forzati.
Due dei tre ricorrenti hanno figli minori dai 2 ai 16 anni.
Sgombero campo rom Giugliano sentenza: cosa succede adesso
Ma cosa accadrà se l’Italia non attuerà le misure intimate dalla Corte? “Sicuramente in fase di decisione del ricordo l’Italia rischia una seria condanna”, spiega Sordini . “Per la violazione minimo degli articoli 8, 3 e 14 della Convenzione europea”.