Governo Pd-M5S, Barillari a TPI: “Nel Movimento tanti sono pronti a lasciare”
“L’alleanza con il Pd la pagheremo alle prossime elezioni. Quello che faremo io e altri sarà decidere se restare oppure no, ma sicuramente non andremo in altri partiti né ne fonderemo altri”. A parlare è Davide Barillari, la voce più critica del Movimento 5 stelle in queste ore (qui gli aggiornamenti sulla formazione del governo Pd-M5S).
Da sei anni siede nel Consiglio regionale del Lazio ed è uno dei più aspri oppositori di Nicola Zingaretti, tanto che due giorni fa sul suo Facebook ha scritto: “Sono nato 5 stelle e di sicuro non morirò piddino”. TPI lo ha intervistato per capire l’aria che tira all’interno del Movimento e se con un esecutivo giallo rosso si rischia davvero una scissione.
C’è una discussione accesa tra i vari livelli, sia a livello regionale, sia nelle varie chat interne con cui ci confrontiamo con il gruppo romano e con i cittadini. C’è un gruppo di portavoce ampio che è critico come lo sono i cittadini stessi.
Intanto, questo sarebbe un governo giallo rosa, perché di rosso credo che ci sia poco. Bisogna vedere su cosa riusciremo a collaborare, io ho molte perplessità su tantissimi punti programmatici. Noi siamo nati come alternativi ai partiti e da sei anni vedo che con il Pd non si riesce a collaborare. Questa è la mia esperienza. Quando ci scontriamo su temi concreti siamo diversi. Sono preoccupato per questo governo e non vedo lunghe prospettive.
Ci stiamo riflettendo. Non sono l’unico ad avere grossi dubbi, ma anche altri a livello nazionale e tanti a livello comunale. Tanti vedono questo accordo come un tradimento ai nostri principi fondanti. Noi siamo nati contro il sistema dei partiti corrotti e il Pd, sia con Mafia Capitale sia con Bibbiano, mostra di essere sempre coinvolto in questi scandali.
Di cosa era meglio se ne parla sui social da tre giorni. In realtà, l’errore è stato scendere a compromessi sia con la Lega, sia con il PD. È sbagliato scegliere, sono tutti e due partiti corrotti e fanno parte di un sistema che ha difeso interessi che non sono quelli dell’Italia. La Lega specula sull’immigrazione e il Pd sulla finanza. Noi dovevamo essere alternativi questi partiti e invece stiamo un po’ di qua e un po’ di là. È questo che lascia perplessi.
Da sei anni combatto Zingaretti in aula e da domani potrei non farlo più. Ma se posso combatterlo rimango al mio posto, sennò andrò via e arriverà qualche altro.
Qualche dubbio lo avevo anche prima che ci fosse un’opposizione morbida, adesso sicuramente nel consiglio regionale del Lazio non saremo più liberi come potevamo esserlo prima.
Anche lui è molto preoccupato. Nessuno vive bene questa cosa. Non credo che nel Movimento ci sia qualcuno che accoglie a braccia aperte il PD, a parte Elena Fattori.
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