“Sabato scorso mi sono recata al pronto soccorso per un dolore al rene. Le infermiere, quando sono arrivata, hanno subito notato che avevo la tosse e si sono accorte che avevo la febbre: come sappiamo sono i primi sintomi del Coronavirus. Alla luce di questo mi hanno effettuato il tampone e dopo 7-8 ore mi hanno consegnato l’esito dicendomi che ero positiva al virus”.
Inizia così il racconto di Giulia Invernizzi, 24 anni, al nono mese di gravidanza. La giovane è attualmente ricoverata presso la clinica Mangiagalli di Milano, dove è tenuta in quarantena. “Non nascondo che all’inizio l’ho presa malissimo – spiega – perché, visto il mio stato, le preoccupazioni sono tante: ma anche perché essendo una malattia nuova e abbastanza sconosciuta non avevo idea di come affrontare la situazione. Mi hanno ricoverata la sera stessa in cui mi hanno comunicato il contagio, fino a data da destinarsi: ovvero fino a quando il virus non farà il suo corso. Questo per tutelare la nostra salute, quella dei nostri familiari e quella del bambino che porto in grembo”.
Insieme alla normale ansia per il parto ormai prossimo, Giulia ha dovuto quindi fare i conti con quella dovuta alla malattia di cui parla tutto il mondo, con il “nemico invisibile” che sta uccidendo migliaia di persone in tutto il mondo: “Voglio ringraziare le ostetriche, le infermiere, i medici e tutto il personale dell’ospedale per il lavoro che stanno facendo nonostante i turni massacranti, fatti talvolta anche di 13-14 ore di lavoro, in cui riescono a soddisfare tutte le nostre esigenze sia a livello umano che a livello di necessità sanitaria. Sono sempre pronti ad aiutarci e a darci sostegno”.
La giovane lancia infine un appello a chi è fuori: “Ogni giorno passiamo moltissime ore in isolamento in una stanza e pensiamo a tutto quello che diamo per scontato nella nostra vita, come passeggiare o mangiare una pizza con gli amici. Quella che io e altri stiamo vivendo non è certo un’esperienza che auguro, ma insegna molte cose: per questo voglio fare un appello a tutti a rispettare le regole e a restare a casa: dovete salvaguardare la vostra salute e quella di tutti gli altri”.
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