Morta bruciata viva per non aver ritirato la denuncia dopo un tentativo di stupro. Una tragica sorte toccata a una studentessa di appena 18 anni, che aveva osato denunciare il preside della sua scuola.
Per Nusrat Jahan Femi non c’è stato nulla da fare. La ragazza, appena maggiorenne, è stata cosparsa con del liquido infiammabile e successivamente le è stato dato fuoco sul tetto del suo istituto a Dhaka, in Bangladesh.
Portata immediatamente in ospedale, la giovane non è riuscita a sopravvivere. Nusrat, infatti, presentava ustioni per il 75% del proprio corpo. Prima di morire, però, la ragazza è riuscita a raccontare i dettagli di quanto accaduto al fratello.
Così il preside Siraj-ud-Daula è stato subito messo in carcere. La 18enne ha raccontato infatti che l’uomo ha tentato di violentarla all’interno del suo ufficio. Ma nell’omicidio della povera Nusrat non è stato coinvolto il dirigente scolastico: la polizia locale ha arrestato otto persone, tra cui un insegnante.
La violenza omicida, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, si è scatenata pochi minuti prima che la giovane sostenesse un esame di arabo.
“Le hanno chiesto di ritirare la denuncia contro il preside Siraj Ud Doula. Quando lei si è rifiutata, uno di loro le ha versato del cherosene addosso e le ha dato fuoco”, ha dichiarato il fratello della vittima al Daily Star.