Anche le convinzioni più ferree possono vacillare tra i fumi dell’alcol, comprese quelle che definiscono lo stile di vita di una persona.
Infatti, secondo quanto emerge da un sondaggio condotto nel 2015 dalla piattaforma online VoucherCodesPro, su 1789 soggetti britannici dichiaratamente vegetariani, un terzo mangia carne ogni volta che si ubriaca.
Il dato è ancora più sorprendente se si guarda al tipo di carne consumata: niente prodotti da allevamenti biologici e sostenibili, condotti nel rispetto dell’animale, bensì street food, il primo a disposizione.
Tra i piaceri proibiti riconquistati a fine serata, i kebab vanno per la maggiore, seguiti a poca distanza dagli hamburger.
Non si tratta di piccole scappatelle quindi, ma di veri e propri scivoloni rispetto al rigido standard delle proprie abitudini alimentari.
All’interno del 37 per cento che dichiara di consumare prodotti a base di carne in stato di ebbrezza, il 34 per cento ammette di farlo ogni volta che si ubriaca.
Il 69 per cento degli stessi ha però dichiarato che, in seguito a questi episodi, decide di mantenerli segreti e non raccontarli agli amici.
I difetti di coerenza sono in fondo una delle principali critiche rivolte a conduce uno stile di vita vegetariano, secondo l’assioma del “tutto o niente”, dove non sono ammessi tentativi e sfumature.
In effetti questo tipo di scelta alimentare, per quanto molto diffusa (circa il 20 per cento della popolazione mondiale decide di non consumare carne), comporta notevoli sacrifici, non facili da rispettare a lungo termine.
Uno studio dello Humane Research Council americano ha rilevato infatti che l’84 per cento dei vegetariani statunitensi torna a mangiare carne prima o poi.
La maggior parte torna sui suoi passi dopo i primi dodici mesi, e un terzo addirittura entro i primi tre. I ripensamenti sembrano coinvolgere più i vegetariani (che cambiano abitudini nell’86 per cento dei casi) che i vegani (al 70 per cento).
Anche questa transizione non è però definitiva: il 37 per cento di chi ricomincia a mangiare carne dichiara infatti di voler smettere nuovamente.
I motivi che spingono i vegetariani a cedere alle tentazioni sono i più vari, e il web pullula di testimonianze col nome “Perché ho smesso di essere vegetariano”.
Dai problemi alimentari, al costo della dieta vegetariana, alla pressione sociale, tutti concordano comunque nel ritenere che intraprendere il percorso sia in realtà il passo più difficile, e che una volta eliminata la carne (o i prodotti di origine animale in generale) continuare a non mangiarla sia relativamente semplice.
Uno spunto interessante arriva dal canale Youtube “a privileged vegan“, che ha dedicato una serie di video proprio alla riflessione critica su quanto simili scelte alimentari siano sostenibili a lungo termine solo per chi abbia la fortuna di avere background sociale agiato, e di come spesso i movimenti veg (di cui l’autrice del video è parte) rischino di dimentricarlo.