Tiziano Ferro scrive una lettera Corriere e commuove i suoi fan.
Il matrimonio in gran segreto di Tiziano Ferro ha catalizzato l’attenzione di tanti. Non solo i fan si sono appassionati a quest’amore grande del cantante tenuto lontano dai riflettori, eppure domenica 14 luglio, appena si è diffusa la notizia delle nozze, il sorriso di Tiziano Ferro e quello del marito Victor Allen sono rimbalzati da un sito all’altro facendo emozionare tanti.
Il cantante di Latina si è sposato al tramonto, nella sua villa di Sabaudia, in una cornice romanticissima, quanto mai familiare al cantante. Quello del 14 è stato un evento intimo, privato, oggi, però, Tiziano Ferro ha voluto raccontare la sua storia e in un articolo a sua firma comparso sul Corriere della Sera, il cantautore si apre, dice la sua su tanti temi, spazia dall’amore, all’omosessualità, a Dio e lo fa con la delicatezza propria dell’artista che è.
“Fino a pochi anni fa nessuno conosceva la mia storia. Solo le chiese, il mio inconscio, i miei quaderni; qualche cuscino, la mia mente e le sue stanze. Solo io, a guardarmi ogni mattina allo specchio, senza apprezzarmi. Per poi ricominciare. Finché ho conosciuto l’amore”, scrive Tiziano.
“Mi ricordo quando, appena ventenne, sfogliavo libri in cui si parlava di omosessualità. Avevo il terrore di ritrovarmi nelle storie raccontate esplicitamente, quando timoroso andavo a cercare quei volumi stipati in un settore piccolissimo nelle librerie del centro di Latina. Guarda caso il settore era sempre ‘Psicologia’, guarda caso ero sempre l’unico. E mentre tutti si affollavano davanti ai tavoli con l’ultimo romanzo di Stephen King o di Paulo Coelho, io stavo là, sceglievo insofferente e impaurito tra i titoli che mi ispiravano di più. Cercando una strada, un suggerimento, la salvezza, o forse solo cose che conoscevo già ma che — viste nero su bianco — forse mi sarebbero sembrate più semplici, meno aliene e alienanti, possibili e comunque appartenenti alla vita di tanti altri esseri umani, oltre che alla mia”, scrive ancora il cantante.
“Ero ‘uno su tremila’ in quelle librerie, e mentre leggevo i risvolti di copertina mi sembrava che tutti gli altri guardassero solo me. Ero ‘uno su tremila’, e non ho mai voluto essere uno su tremila, ma — dopotutto — chi a vent’anni non vuole essere una star? Qualunque tipo di star, su qualunque tipo di copertina, di qualunque epoca o nazione. Famoso, figlio di una realtà diversa, solo tua, migliore. Per quanto l’Italia sia un Paese laico, i crocifissi sono appesi ovunque: nelle case, nelle aule dei tribunali e delle scuole, negli ospedali. ‘Io sono cattolico!’ ho sentito dire a tanta gente indignata di fronte alle manifestazioni a sostegno dei diritti degli omosessuali”, spiega ancora Tiziano Ferro.
“Il problema è che in questo Paese non crediamo abbastanza in Dio. Preghiamo, ma non ascoltiamo. Aspettiamo il miracolo e negoziamo l’arrivo di una soluzione, in cambio di qualche rinuncia. Anch’io sono cattolico. Ma il messaggio che porto nel cuore è quello dell’amore universale, della carità, del soccorso reciproco, del rispetto per tutti, della compassione. Né ragione, né torto; questa è semplicemente la mia esperienza, la mia storia. È vero che l’uomo ha cercato Dio per dare un senso ulteriore alla propria esistenza. Io cerco in Lui uno sguardo di conforto, e non mi piace vederlo come il simulacro delle risposte che non so darmi, come uno scudo di fronte a quello che non capisco, o che mi fa paura”.
“Lo dico da cittadino, da figlio, da cantautore su un palco. Ma anche da fratello e da amico. Mettiamo al centro l’essere umano: le donne, gli uomini, i bambini, gli esseri umani tutti. E la famiglia in ogni sua accezione, purché al centro ci siano sempre amore e protezione. Sì, in questi ultimi anni la disparità di diritti mi ha fatto sentire deluso, amareggiato, arrabbiato. Ma io sono cattolico. Quindi, ho ancora fede. I miracoli? Io il mio lo immaginavo sullo sfondo del Monte Circeo, la mia terra, il mio mare. E poi l’amore, solo amore. Il mio è un Dio che ama, che custodisce, che non chiede pegno. È un Dio simpatico”.
Racconta il suo miracolo, Tiziano Ferro e lo fa con estrema sensibilità nella lettera al Corriere: “Un miracolo è tutte le volte che una cosa riesce meglio di come te l’aspettavi. Un miracolo è tutte le volte che la vita è più bella di come l’avevi immaginata. E qualche giorno fa, davanti al mio mare, di fronte al mio monte, il mio uomo e io ci siamo sposati. La cosa è molto più grande di Victor e di me. Riguarda tutti. Riguarda ogni ragazzino nascosto in mezzo agli scaffali di una libreria, con quel libro in mano. Uno su tremila. E riguarda ogni italiano libero, onesto, e innamorato come me di quel Dio simpatico”.
Il matrimonio è stato il suo, ma il regalo, l’ha fatto lui, Tiziano Ferro, che con questa lettera parla del suo coming out, sperando che possa essere d’aiuto a chi si è ritrovato solo in quelle librerie a cercare, a cercarsi tra le pagine di libri di psicologia. “Con il matrimonio Victor entra a far parte della mia famiglia e questa è una verità che non si può tacere, una verità che, come ai tempi del mio coming out, spero possa essere utile a qualcuno”, ha detto il cantante, che a 39 anni è libero e felice con il suo Victor.
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