Termini italiani intraducibili
Ogni paese ha la sua cultura, e ogni cultura conia delle espressioni tipiche e tradizionali che, il più delle volte, non possono essere tradotte nelle altre lingue del mondo.
Anche l’italiano, dunque, ha la sua buona dose di parole che rappresentano sentimenti o modi di dire intraducibili. In un altro articolo avevamo parlato delle parole italiane che il mondo ci invidia.
Ecco dunque 10 parole o espressioni che gli italiani usano quotidianamente, ma che in inglese non possono essere tradotte letteralmente.
Ti voglio bene
La lingua inglese non prevede una distinzione tra l’affetto che si prova verso un amico e quello che si prova nei confronti di un partner.
Infatti, i paesi anglofoni usano l’espressione “I love you” per indicare entrambi i sentimenti.
In italiano, invece, esistono due espressioni totalmente differenti: “ti amo” per indicare il tipo di amore che ci lega a un partner, “ti voglio bene” per dichiarare l’affetto che si prova nei confronti di amici e parenti.
Boh
La sillaba “boh” non ha un significato letterale, ma rimanda a una sensazione di incertezza.
Dunque, può essere considerata al pari di “non lo so” o “non so”, anche se il suo utilizzo è più esteso.
Abbiocco
La parola inglese che si avvicina di più al termine italiano “abbiocco”, è “food-coma”.
L’abbiocco è quella sensazione di sonnolenza provocata da un pasto abbondante.
Spaghettata
Cosa fa un italiano quando non ha programmi particolari per la serata, vuole spendere poco, o semplicemente vuole passare la serata con gli amici senza dover uscire di casa? Una spaghettata!
Ovviamente, il termine “spaghettata” è prettamente italiano, dato che coinvolge la pasta, alimento tipico della nostra penisola.
Tizio, Caio e Sempronio
“Tizio, Caio e Sempronio” sono i nomi standard che vengono utilizzati per parlare di più persone non specificate.
In realtà, esiste una traduzione in inglese di questi nomi, ed è “Tom, Dick and Harry”.
Ma la peculiarità di “Tizio, Caio e Sempronio”, è che a volte si utilizza solo “Tizio e Caio”, senza includere “Sempronio”. Altre volte, invece, può essere usato anche solo “Tizio” per riferirsi a una persona a caso.
Vengono utilizzati i nomi “Tizio, Caio e Sempronio” perché erano i più popolari nella esemplificazione giuridica. Furono usati per la prima volta nel 1100.
Mamma mia
Il gruppo musicale pop svedese ABBA gli ha dedicato una canzone nel 1975, la drammaturga britannica Catherine Johnson ci ha scritto un musical in due atti nel 1999. Lo stesso musical è stato riadattato cinematograficamente nel 2008 dalla regista e direttrice teatrale britannica Phyllida Christian Lloyd.
“Mammia mia” è un termine tutto italiano, che viene usato spessissimo per indicare i sentimenti più disparati: estasi, piacere, fastidio.
Magari
“Magari” è uno di quei termini che ha più di un’accezione, che dipende dal contesto generale.
Può significare “forse”, ma può significare anche “spero”. Quest’ultima accezione può essere tradotta solo con “I wish” in inglese.
Apericena
L’apericena è un derivato dell’aperitivo, usanza tipicamente italiana.
E se l’aperitivo si fa tra le 18 e le 20, ed è composto da una bevanda e un assaggio di qualcosa, l’apericena si svolge un po’ più tardi, ed è costituito da un pasto più abbondante.
È una passeggiata!
Il verbo “passeggiare” indica l’azione di camminare, ed ha il suo corrispettivo in inglese, “to walk”.
La situazione cambia quando il sostantivo “passeggiata” viene utilizzato metaforicamente.
La frase “è una passeggiata”, infatti, viene utilizzata dagli italiani per indicare qualcosa che si può fare senza difficoltà.
Dolce far niente
Lo dicevano anche nel film Mangia, prega, ama interpretato da Julia Roberts nel 2010: se c’è una frase che delinea il modo di vivere tranquillo e rilassato degli italiani, è proprio “dolce far niente”.
Il “dolce far niente” consiste nell’affrontare pigramente e senza stress alcuni momenti della giornata.