Secondo Jeffrey Pfeffer, professore di comportamento organizzativo presso la Stanford Graduate School of Business, in California, lavorare troppo è la quinta causa di morte prematura negli Stati Uniti.
Lo studio
Lavorare troppo, come emerge dai dati raccolti da Pfeffer e illustrati nel suo libro Dying For a Paycheck, colleziona ogni anno 120mila vittime e aumenta di una spesa tra il 5 e l’8 per cento dei costi annuali per l’assistenza sanitaria.
All’interno del suo libro, Pfeffer stima che ogni anni si verificano due milioni di casi di violenza sul posto di lavoro, molti dei quali non vengono denunciati.
E sebbene il numero degli omicidi sul posto di lavoro si sia ridotto, il professore di comportamento organizzativo sostiene che la maggiore attenzione nei confronti della salute fisica degli impiegati, in realtà cela un diverso tipo di violenza: quella psicologica ed emotiva.
I datori di lavoro, infatti, rare volte si preoccupano della salute mentale dei propri impiegati.
Lo stress
Le malattie croniche rappresentano il 75 per cento dei costi sanitari degli Stati Uniti. E dal momento che lo stress ne è una causa, specialmente per quanto riguarda i disturbi cardiovascolari e metabolici, Pfeffer indaga sui motivi della costante presenza di stress in ognuno di noi.
L’abuso di droghe e alcol, inoltre, associato frequentemente alla gestione di ambienti stressanti, evidenzia in modo chiaro la relazione tossica tra sostentamento e salute mentale e fisica.
Nel suo libro, Pfeffer cita una serie di studi che collegano felicità e salute. La felicità è impegnativa mentre si è in cattiva salute. Sfortunatamente, le malattie croniche, come suggerisce il loro stesso nome, impiegano anni e persino decenni a manifestarsi in disordini conclamati.
Perché le persone persistono nel fare lavori che le uccidono?
Una delle cause di un simile legame tra l’alto tasso di mortalità e il duro lavoro è certamente il divario di reddito che cresce sempre di più.
Ciò che rende tutto questo ancora più confuso, continua, è che i lavoratori sanno di soffrire.
All’interno del suo libro, Pfeffer intervista alcuni dipendenti di Amazon. Essi sono totalmente consapevoli della “struttura organizzativa caotica, delle lotte intestine politiche e di un capo difficile che non riusciranno mai a soddisfare”.
In uno dei dipendenti intervistati, una simile consapevolezza ha provocato dolori allo stomaco, mal di testa ed eruzioni cutanee. Per far fronte a questi disturbi, il lavoratore ha iniziato a mangiare in modo poco salutare e a bere alcol in maniera smodata.
Pfeffer cita l’economia come la prima ragione per cui molte persone continuano a fare lavori che le uccidono lentamente. Tra le altre, ci sono il prestigio della compagnia, il lavoro stimolante, l’inerzia e l’orgoglio.
Lasciare un lavoro è un duro colpo per l’autostima; alcuni preferiscono “resistere” piuttosto che ammettere il fallimento, anche se nel corso degli anni sacrificano la loro salute. E quel che è peggio, è che questo processo si è normalizzato.
La soluzione
La soluzione di Pfeffer prevede un futuro in cui lo stress sul posto di lavoro viene misurato allo stesso modo dell’inquinamento, e i lavoratori fanno causa a società come l’industria del tabacco per aver creato prodotti mortali.
“I programmi di benessere [offerti dalle aziende negli Stati Uniti] sono un tentativo di rimediare agli effetti dannosi di ciò che accade sul posto di lavoro. Invece di rimediare è necessario prevenire”, ha scritto Pfeffer.
“Invece di indurti a fumare troppo, a bere troppo, a mangiare troppo, e a fare esercizio fisico a causa di ciò che accade sul posto di lavoro, e quindi di darti un programma di benessere, dovrebbero cambiare le condizioni di lavoro alla base”.