Oggi, 21 giugno, non si celebra soltanto il solstizio d’estate o la giornata dedicata allo yoga, ma è anche il World Selfie Day, vale a dire la ricorrenza dell’autoscatto, l’ossessione dei tempi moderni.
La parola selfie ha iniziato a prendere piede nel linguaggio comune quando c’è stato il boom delle fotocamere sempre più professionali installate negli smartphone, ma la diffusione dell’autoscatto ha preso il via definitivo con l’avvento dei social.
Nell’agosto del 2013 la parola “selfie” è entrata a far parte dell’Oxford English Dictionary che ne ha dato la prima autorevole definizione: “Una fotografia di sé stessi, tipicamente ripresa con uno smartphone o una webcam e caricata su un social network”.
Nel novembre dello stesso anno il termine è stato eletto “parola dell’anno” sempre dall’Oxford English Dictionary.
E nell’ottobre del 2014 la parola “selfie” è stata riconosciuta e inserita anche nel vocabolario della lingua italiana da Zingarelli.
Ma come si fa a scattare un selfie perfetto? Qual è la posizione migliore per ottenere un buon autoscatto? E la luce?
In occasione della giornata mondiale del selfie abbiamo raccolto una serie di consigli e suggerimenti per riuscire a scattare il selfie perfetto.
La distanza
Per la buona riuscita di un selfie un fattore importante è sicuramente la distanza tra noi e l’obiettivo della fotocamera.
Secondo uno studio pubblicato su una rivista scientifica di chirurgia facciale, la giusta distanza è di un metro e mezzo.
Impossibile da raggiungere nemmeno con il supporto di un selfie stick professionale.
La ricerca condotta da Boris Paskhover e dai suoi colleghi della Medical School del New Jersey e della Stanford University in California, ha portato alla creazione di un modello che aiuta a capire gli effetti distorsivi del viso nell’autoscatto, a seconda delle distanze e delle angolazioni.
Paskhover ha calcolato la distorsione delle caratteristiche facciali a diverse distanze e angolature della telecamera. Tra le scoperte quello della larghezza nasale percepita che aumenta quando la fotocamera si avvicina al viso.
Gli studiosi hanno in questo modo creato un modello geometrico ideale per capire qual è la distanza perfetta per farsi un selfie.
Un selfie non riuscito bene può portare anche a problemi psicologici, infatti il 55 per cento dei chirurghi plastici intervistati dai ricercatori ha dichiarato che sono molti i pazienti che decidono di operarsi al naso per apparire più belli di come si vedono negli autoscatti.
La luce
Anche la luce è un fattore fondamentale per ottenere una buon scatto.
I fotografi sanno che la fonte luminosa deve provenire da dietro l’obiettivo della fotocamera, ma il discorso cambia se si parla di selfie.
Qui il consiglio è quello di far arrivare la luce di lato, in questo modo una parte del volto risulta in risalto.
Meglio prediligere la luce naturale anziché quella artificiale, la luce deve illuminare gli occhi.
Evitare il flash.
Gli occhi
I migliori esperti di selfie suggeriscono di alzare leggermente le sopracciglia per far sembrare gli occhi più grandi.
Le labbra e il collo
Abolite le Duck Face, vale a dire la bocca con quella strana smorfia che arriccia le labbra, superata.
L’ideale invece è aprire leggermente la bocca, nel modo più naturale possibile.
Il collo invece deve risultare un po’ allungato, quindi distendere bene il collo e abbassare le spalle. Risultati? Il volto avrà un aspetto più affusolato e rilassato.
La posizione del telefono
I sensori degli smartphone sono grandangolari, per questo motivo, come già spiegato, più stiamo vicini più l’immagine sembrerà distorta.
Il telefono è meglio posizionarlo verso l’alto del livello degli occhi per evitare il doppio mento o le narici del naso in vista.
Mai posizionare il dispositivo dritto davanti a noi, ma consigliano di prediligere un’angolatura leggermente obliqua, vige la regola dei terzi.
Il verso del telefono: orizzontale o verticale? La posizione con cui afferrare lo smartphone nel momento del selfie è quella orizzontale.
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