È bastato chiedere ad Alexa dove si trovasse il fidanzato per scoprire la verità: ossia che era dall’amante. Come è andata? Secondo la storia riportata dal Messaggero, e che riguarda una coppia di Milano i cui nomi sono volutamente di fantasia, Alessia ha chiesto al dispositivo dove si trovasse Marco. La risposta è stata: da un’altra donna. Non contenta, ha anche domandato altro. E sono arrivate le conferme.
Una relazione che sospettava da tempo. Per questo ha chiesto allo strumento (sviluppato dall’azienda statunitense) dove fosse il ragazzo. E a quel punto è arrivato il colpo di scena.
Alexa è un assistente personale “intelligente” ideato da Amazon. Un dispositivo a cui si può collegare il cellulare e così avere diverse opzioni. Come la possibilità di effettuare una chiamata, consultare internet e, appunto, anche leggere gli ultimi messaggi. Ma come ogni beneficio, può avere anche il suo lato negativo.
Alessia ha chiesto ad Alexa anche di leggere gli ultimi messaggi del ragazzo. “Ci vediamo tra poco da me, tesoro”. Uno dei messaggi. E così ha scoperto la verità. Va fatta però una precisazione. I nomi, per motivi di privacy, sono volutamente di fantasia. Ma l’episodio è realmente accaduto.
Chi spia i messaggi del partner cosa rischia? Il comportamento può essere qualificato come reato. La Cassazione è arrivata a questa conclusione in relazione a un caso simile. Ovvero quando il partner fornisce credenziali di accesso all’account di posta elettronica, ma le stesse vengono utilizzate in un’occasione successiva e senza autorizzazione. Con queste parole la Suprema Corte di Cassazione, ha affermato che ogni volta che si leggono le e mail del coniuge, del convivente o di chiunque altro, anche un collega di lavoro, si deve chiedere una specifica e autonoma autorizzazione.