Sabrina Paravicini cancro chemio attacchi
Ha raccontato la sua battaglia contro il cancro e ha ricevuto una valanga di insulti. Stavolta protagonista dell’episodio assurdo non è la Iena Nadia Toffa, ma l’attrice Sabrina Paravicini.
I più la conoscono come l’infermiera Jessica di Un medico in famiglia, ma Sabrina è molto di più: è una donna che lotta contro un male che la divora, ma trova comunque la forza di condividere il suo dolore e trasformarlo in energia. Anche per gli altri.
Sabrina Paravicini cancro chemio attacchi | Il racconto sui social
Su Instagram Sabrina racconta la sua malattia, racconta le sue giornate, con il sorriso. Sempre. L’anno scorso l’attrice aveva annunciato la volontà di lasciare il mondo dello spettacolo per stare con il suo Nino, il figlio affetto da sindrome di Asperger.
A dicembre dell’anno scorso la drammatica notizia. Dietro una cisti al seno, che teneva sotto controllo da trent’anni, si nascondeva il tumore. “Quando ho avuto la diagnosi il tumore aveva solo sei mesi, era grande due centimetri e mezzo e aveva già creato un’area infiammatoria di 6 centimetri. Era veloce e aggressivo. Non ancora operabile. Nel giro di due settimane ho iniziato la chemioterapia”.
Sabrina Paravicini cancro chemio attacchi | La stanchezza delle cure
La chemio è lunga e spossante e Sabrina la condivide con i suoi fan su Instagram. Le foto si susseguono, i turbanti e gli aghi nelle vene pure, il sorriso è il filo rosso che le lega tutte. Sabrina è una donna stanca, ma ferma nella volontà di sconfiggere il male.
In più di un’occasione la donna ha manifestato le conseguenze delle cure, l’affaticamento, la spossatezza, la debolezza. Qualcuno l’ha attaccata per questo, facendole notare che la chemioterapia avvelena il corpo.
Sabrina Paravicini cancro chemio attacchi | La risposta agli attacchi
Sabrina non ha mancato di rispondere, gentile e decisa: “La chemio è offensiva e orribile ma è l’unica cura certa e protocollata. Anche io non la volevo fare, non volevo il veleno nel mio corpo e solo io so quanto sia avvelenato oggi il mio corpo dalla chemio. Ci ho anche provato a pensare di fare qualcosa di alternativo, non potevo permettermi di perdere neppure un mese, figuriamoci un anno per sperimentare. A tre giorni dalla diagnosi, una sorta di guru alternativo mi ha insultata per telefono perché non ho accettato di fare solo il ‘suo’ protocollo curativo di 120 giorni. Mi gridò: ‘si faccia avvelenare dalla chemioterapia, che stupida!’. Ma questo è il referto della risonanza che ho fatto dopo 4 cicli di epirubicina un mese fa: remissione al 90% del tumore”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it