ReplyAsap App | Cos’è | Come funziona | Storia | Reazioni
REPLYASAP APP – Figli non rintracciabili via telefono? Da oggi, anzi dal 2017, c’è un rimedio. È ReplyAsap (letteralmente “Rispondi il prima possibile”), l’app che permette di bloccare uno smartphone fino a quando non si risponde. Un respiro di sollievo – e non solo – per i genitori più apprensivi, che già in più di 100mila hanno scaricato l’applicazione dallo store.
ReplyAsap App | Cos’è | Come funziona
ReplyAsap, disponibile già da diverso tempo, nel 2019 è stata scaricata da migliaia di utenti. Attualmente è disponibile solo per sistema Android, ma è stato annunciato che presto sarà accessibile anche per iOS, dunque nell’App Store. L’applicazione è gratuita, ma se si volesse usarla con più di una persona, sarà necessario pagare.
Per poter usare ReplyAsap bisogna seguire alcuni semplici passaggi. Innanzitutto occorre scaricarla da Google Play, installarla sul dispositivo e avviarla. Poi, per far sì che il telefono della persona cercata venga bloccato fino a quando non ci sarà una risposta, bisognerà mandare un messaggio o effettuare una chiamata verso il numero di cellulare in questione.
La persona dall’altra parte, dunque, riceverà un sms che apparirà sullo schermo e che automaticamente bloccherà tutte le funzioni dello smartphone. Stallo che potrà essere sbloccato solo con una risposta.
Non solo. L’app farà in modo che il device riproduca un suono fastidioso anche se è impostato in modalità silenziosa.
ReplayAsap App | Storia
Il primo ad avere un’idea del genere, per molti mamma e papà considerata addirittura geniale, è stato Nick Herbert. L’uomo, di West Wickham (Regno Unito) ha deciso di creare un’applicazione del genere esasperato dal figlio 13enne, Ben, che non rispondeva mai al telefono. L’intento di Herbert era anche quello di garantire una via di comunicazione in caso di emergenza.
Allo sviluppo di ReplyAsap, comunque, ha partecipato anche il ragazzino.
ReplyAsap App | Reazioni
Una buona parte de genitori ha apprezzato il nuovo sistema utile a placare l’ansia. Per altri, invece, si tratta di una modalità di repressione nei confronti dei propri figli.