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Pif: “A 35 anni ho deciso di dichiararmi non più cattolico, perché non facevo nulla di cattolico”

Pif

Il regista de "La mafia uccide solo d'estate" ha appena esordito in librearia con un romanzo

Di Rossella Melchionna
Pubblicato il 27 Nov. 2018 alle 16:08 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 13:37

Religione, amore e territorio. Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto come Pif, in un’intervista all’Huffington Post ha affrontato diversi temi presenti nella sua vita.

Argomenti trattati ampiamente anche nel suo esordio letterario, … che Dio perdona tutti, romanzo edito da Feltrinelli – da novembre 2018 nelle librerie – e basato su una sceneggiatura per un film mai realizzato.

Pif e il rapporto tra politica e fede

“A 35 anni ho deciso di dichiararmi non più cattolico, perché non facevo nulla di cattolico – ha affermato il regista de La mafia uccide solo d’estate – Non andavo in Chiesa. Non credo ai miracoli e non credo al diavolo”. Pif si definisce agnostico piuttosto che ateo.

“Se devo vivere la religione come l’italiano medio, faccio un passo indietro. È troppo facile viverla come facciamo noi, cioè tutto a tutti, tanto Dio perdona – ha dichiarato alla testata – Così è una religione facile, non molto impegnativa”.

E con un cenno polemico Pif ha detto: “Le frasi che aprono il libro, una di Angelino Alfano e una di Matteo Salvini, riassumono al meglio il concetto. Se tu sei cattolico, e il Papa dice che Dio è per l’accoglienza, non dovresti avere dubbi su come comportarti. Ma Alfano e Salvini si comportano diversamente. Eppure si professano cattolici”.

Pif fidanzato?

Per ora la notizia sembra essere stata smentita dallo stesso conduttore del Testimone. “Sono anaffettivo. Ho dei sentimenti, ma non li mostro. Un’altra domanda che mi faccio, col passare degli anni, è: come fa la gente a stare insieme per quindici, vent’anni? Per me è inspiegabile. Non lo capisco”.

Pif si dice sorpreso nello stare insieme tanti anni con la stessa persona: “È un lavoro e le persone cambiano”.

Pif e la Sicilia

La regione di provenienza del doppiatore è un tema presente spesso nei suoi lavori. “Ormai è una metafora, come i dolci. Lo sa che quando un palermitano e un catanese si incontrano è scientificamente provato che si interroghino se si dice arancino o arancina?”.

“I catanesi sbagliano – ha concluso Pif – Si dice arancina, ma questo crea subito intesa. Io per raccontare questa consonanza parlo di dolci, perché il dialetto palermitano non lo parlo”.

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