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Ecco come la gelosia può essere positiva per noi stessi

Difficilmente ammettiamo di provare questo sentimento ma in realtà può essere in grado di rivelarci qualcosa di profondo e positivo che si trova dentro di noi

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 16 Feb. 2018 alle 10:28 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:22

La gelosia è sconcertante, misteriosa e pervasiva, difficilmente ammettiamo di provare questo sentimento.

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“Sappiamo che i bambini soffrono di gelosia. Sappiamo che ne soffrono i primati. Sappiamo che la gelosia è la prima causa di omicidi coniugali negli Stati Uniti”.

Ci rende vulnerabili e a volte ci fa sentire in colpa perché crediamo di essere gli unici, i soli a provare questa sensazione. A quel punto invidiamo persino chi ci sembra esserne immune, vorremmo riuscire a essere più corretti verso l’altro e più giusti. E ci sforziamo di cacciare questo sentimento cattivo.

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Ma chi non è mai stato colpito da questa sensazione almeno una volta nella vita?

Tanti probabilmente non sono disposti ad ammetterlo. La gelosia fa paura, è un emozione in grado di farci perdere il controllo, provoca stress e ci rende la vita complicata. La gelosia è estenuante.

È una sensazione sottile, insidiosa: rivela una profonda insicurezza. La percezione di non sentirsi all’altezza, di non sentirsi sicuri, di non sentirsi abbastanza. Di vedere l’erba del vicino sempre più verde, gli altri sempre più bravi e belli di noi. Migliori.

Ma allora cos’è la gelosia? Che cosa la scatena, e perché segretamente ci piace? Parul Sehgal, critica letteraria del New York Times, lo ha chiesto al pubblico durante la sua Ted conference.

E domandosi perché nessuna ricerca sia mai stata in grado di catturare la “solitudine, longevità e triste sensazione” della gelosia, dice che è possibile trovare una risposta nella letteratura.

Senza la gelosia non avremmo “nessuna Elena infedele, nessuna “Odissea”. Nessun re geloso, nessuna “Mille e Una Notte”. Niente Shakespeare. Sparisce l’elenco di letture del liceo, perché perdiamo “L’Urlo e il Furore”, perdiamo “Il Grande Gatsby”, “Fiesta”, perdiamo “Madame Bovary”, “Anna Karenina”. Niente gelosia, niente Proust.” dice Parul Sehgal.

Rovistando tra le pagine della letteratura Sehgal vuole mostrare come in realtà la gelosia non sia diversa dalla ricerca della conoscenza.

Quando siamo gelosi, ci raccontiamo una storia. Ci raccontiamo una storia sulla vita di altre persone, e queste storie ci fanno sentire malissimo perché sono fatte apposta per farci sentire malissimo.

In quanto narratori e pubblico, sappiamo quali dettagli includere, per affondare il coltello. La gelosia ci rende tutti romanzieri dilettanti, ed è una cosa che i grandi scrittori del passato hanno capito.

E quale altra emozione ci svela in questo modo particolare? Quale altra emozione ci rivela la nostra aggressività, la nostra odiosa ambizione e il nostro diritto di fare qualcosa? Quale altra emozione ci insegna a guardare con una tale intensità?
I romanzi sono ottimi nel descrivere come la gelosia ci insegni a guardare con intensità, ma non con precisione. Infatti, più intensamente siamo gelosi, più siamo inclini alla fantasia. Ecco perché penso che la gelosia ci porta a fare cose violente. La gelosia ci porta a comportarci in modi selvaggiamente fantasiosi.
“E se la gelosia fosse un problema di geometria, e non di emozione, solo una questione di come ci poniamo rispetto all’altro? Magari non dovremmo essere infastiditi dall’eccellenza di qualcuno. Potremmo metterci allo stesso livello”.
Ecco come:
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