Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Gossip

A petto nudo con la bandiera in mano: la foto di questo palestinese sembra il dipinto di Delacroix

Foto: Mustafa Hassona / Anadolu

Si intitola "13th attempt to break the Gaza blockade by sea" ma per molti è "La Libertà che guida il popolo" versione palestinese

Di Valentina Ruggiu
Pubblicato il 26 Ott. 2018 alle 07:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 14:08

In una mano stringe la bandiera del proprio popolo, nell’altra l’arma di battaglie decennali: la fionda. È la foto scattata dal fotografo dell’agenzia turca Anadolu Mustafa Hassouna a un 20enne di Gaza, A’ed Abu Amro.

Il titolo originale della foto è “13th attempt to break the Gaza blockade by sea“, ovvero 13° tentativo di rompere il blocco di Gaza via mare, ed è stata scattata a Beit Lahiya nel nord di Gaza.

È un’immagine quasi iconica perché ricorda, artisticamente parlando, un dipinto che ha rappresentato lo spartiacque della storia francese e mondiale: ‘La Libertà che guida il popolo’ di Eugène Delacroix. Certo, Marianne nella mano sinistra impugnava una baionetta.

La Libertà che guida il popolo, Eugène Delacroix

Ad avanzare il paragone sono stati gli utenti su Twitter, tra cui anche molti studiosi di origine araba sparsi per il mondo, come la professoressa Laleh Khalili dell’Università Soas di Londra. Per loro è un’immagine che, slegata dal contesto, simbolicamente rappresenta la lotta per la libertà di un popolo, non di un singolo o di una fazione. 

La foto della discordia

Tuttavia sono stati numerosi anche i commenti contrari. C’è chi ha scritto che il “paragone è un elogio alla violenza” e chi, invece, ha commentato che “paragonare un manifestante di Gaza, di certo legato ad Hamas, è follia”. 

Abu Amro vive nel quartiere al-Zaytoun di Gaza City. Protesta ogni venerdì e lunedì con gli amici.

“Sono sorpreso che questa mia foto è diventata virale”, ha detto ad Al Jazeera. “Partecipo alle proteste settimanalmente, non sapevo nemmeno che ci fosse un fotografo vicino a me”.

Lui lo scatto l’ha visto per caso. Ha raccontato che sono stati i suoi amici ad inviargli la foto il giorno successivo, dopo averla vista condivisa migliaia di volte sui social media. 

“Reclamiamo il nostro diritto al ritorno”

“Non vado alle proteste per farmi fotografare, ma questo mi incoraggia a continuare a dimostrare”, ha continuato il giovane.

“La bandiera che avevo è la stessa che porto a tutte le proteste cui ho partecipato”.

“Per me questa bandiera è importante – ha continuato il 20enne -. Noi reclamiamo il nostro diritto di tornare nelle nostre terre. Protestiamo per la nostra dignità e per la dignità della futura generazione”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version