In una mano stringe la bandiera del proprio popolo, nell’altra l’arma di battaglie decennali: la fionda. È la foto scattata dal fotografo dell’agenzia turca Anadolu Mustafa Hassouna a un 20enne di Gaza, A’ed Abu Amro.
Il titolo originale della foto è “13th attempt to break the Gaza blockade by sea“, ovvero 13° tentativo di rompere il blocco di Gaza via mare, ed è stata scattata a Beit Lahiya nel nord di Gaza.
È un’immagine quasi iconica perché ricorda, artisticamente parlando, un dipinto che ha rappresentato lo spartiacque della storia francese e mondiale: ‘La Libertà che guida il popolo’ di Eugène Delacroix. Certo, Marianne nella mano sinistra impugnava una baionetta.
Ad avanzare il paragone sono stati gli utenti su Twitter, tra cui anche molti studiosi di origine araba sparsi per il mondo, come la professoressa Laleh Khalili dell’Università Soas di Londra. Per loro è un’immagine che, slegata dal contesto, simbolicamente rappresenta la lotta per la libertà di un popolo, non di un singolo o di una fazione.
La foto della discordia
Tuttavia sono stati numerosi anche i commenti contrari. C’è chi ha scritto che il “paragone è un elogio alla violenza” e chi, invece, ha commentato che “paragonare un manifestante di Gaza, di certo legato ad Hamas, è follia”.
Holy shit what an image. "13th attempt to break the Gaza blockade by sea". Photo by Mustafa Hassouna (Andalou Agency for Getty): pic.twitter.com/0s2zxf72z2
— Laleh Khalili (@LalehKhalili) October 23, 2018
When a Michelangelo with a camera captures David fighting Goliath in action.
Getty image by Mustafa Hassouna pic.twitter.com/MgJAbr7JwQ
— (((YousefMunayyer))) (@YousefMunayyer) October 24, 2018
Ça me rappelle la Liberté guidant le peuple d’Eugène Delacroix.
Une image très puissante!!! pic.twitter.com/4zXNyoZWv4— Adam (@ATMology) October 24, 2018
Abu Amro vive nel quartiere al-Zaytoun di Gaza City. Protesta ogni venerdì e lunedì con gli amici.
“Sono sorpreso che questa mia foto è diventata virale”, ha detto ad Al Jazeera. “Partecipo alle proteste settimanalmente, non sapevo nemmeno che ci fosse un fotografo vicino a me”.
Lui lo scatto l’ha visto per caso. Ha raccontato che sono stati i suoi amici ad inviargli la foto il giorno successivo, dopo averla vista condivisa migliaia di volte sui social media.
“Reclamiamo il nostro diritto al ritorno”
“Non vado alle proteste per farmi fotografare, ma questo mi incoraggia a continuare a dimostrare”, ha continuato il giovane.
“La bandiera che avevo è la stessa che porto a tutte le proteste cui ho partecipato”.
“Per me questa bandiera è importante – ha continuato il 20enne -. Noi reclamiamo il nostro diritto di tornare nelle nostre terre. Protestiamo per la nostra dignità e per la dignità della futura generazione”.