Il film di Luca Guadagnino Call me by your name è stato il film di successo dei mesi scorsi ed è arrivato alla notte degli Oscar 2018 con quattro candidature: miglior film, miglior attore protagonista (Timothée Chalamet), miglior canzone (Mystery of Love) e miglior sceneggiatura non originale.
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Con il dispiacere di molti, il film è riuscito a guadagnarsi l’ambita statuetta degli Academy Award soltanto per la categoria miglior sceneggiatura originale, grazie a James Ivory, sceneggiatore della pellicola.
Call me by your name, ispirato all’omonimo romanzo scritto da André Aciman, si era aggiudicato tre nomination anche ai Golden Globe del 2018: miglior film, miglior attore (Timothée Chalamet), migliore attore non protagonista (Armie Hammer).
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Il film, oltre all’Oscar, ha ottenuto anche un riconoscimento durante la serata dei premi Bafta 2018, come miglior film non originale.
Chiamami col tuo nome, titolo italiano, è ambientato nel 1983 a Crema – anzi, “da qualche parte nel Nord Italia” – e racconta l’estate del diciassettenne americano Elio Perlman (Thimotée Chalamet), musicista colto e sensibile che si dimostra più maturo rispetto ai suoi coetanei.
Il ragazzo trascorre le vacanze estive nella villa di famiglia del XVII secolo, ed è figlio di un eminente professore universitario, specializzato nella cultura greco-romana, che ogni anno ospita uno studente straniero impegnato nella stesura della tesi di post dottorato.
Il giovane letterato in questione è Oliver, ventiquattrenne statunitense, bello e affascinante.
Proprio il suo fascino e il suo atteggiamento disinvolto sono la maggiore attrazione per Elio, che risulta timido e impacciato.
Attraverso un processo di conoscenza di sé e di scoperta dell’amore, Chiamami col tuo nome racconta la nascita di una storia allo stesso tempo tenera e passionale, descritta magistralmente dai piccoli dettagli: uno sguardo, due mani che si sfiorano, un sorriso, una parola.
I protagonisti si destreggiano in conversazioni intellettuali, anche in più di una lingua, citando Craxi, la Resistenza, il giornale francese Le Monde, e persino Beppe Grillo, conosciuto allora solamente come comico.
Un’altra curiosità sul sequel che ha rivelato Guadagnino è che il film non sarà più ambientato nell’antica villa nei dintorni di Crema, ma i due innamorati “faranno il giro del mondo”, un altro ritmo rispetto alla dolce lentezza nello sviluppo della storia del primo capitolo della pellicola.
“Secondo me, Call Me by your name può essere il primo capitolo della cronaca della vita di queste persone che abbiamo incontrato nel film, e se il primo racconta il diventare adulti, forse il prossimo capitolo racconterà la ricerca del loro posto nel mondo” ha aggiunto Luca Guadagnino domenica sera agli Oscar.