Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 marzo 2018, precisamente alle 2:00 del mattino, scatta il cambio all’ora legale.
Come ogni anno, infatti, la notte che precede l’ultima domenica di marzo in Italia si sposta l’orologio avanti di un’ora, tornando dall’ora solare all’ora legale.
L’ora legale rimarrà in vigore per sette mesi. Si stima che con l’ora legale il consumo inferiore di energia elettrico sarà pari a circa 562 milioni di kilowattora, tanto quanto basta a 200mila famiglie in un anno.
Come mai e da quando, ogni anno, dobbiamo svolgere questo procedimento?
Quando nell’Ottocento i diversi paesi del mondo adottarono gradualmente un orario unico – suddiviso in 24 fusi orari – riconosciuto in tutto il mondo, non si cambiava mai ora all’orologio e non si teneva conto delle diverse condizioni della luce e, di conseguenza, della sua influenza sullo stile di vita delle persone.
In precedenza, quando l’orologio non era diffuso tra la popolazione, i ritmi della vita quotidiana cambiavano, mese dopo mese, in base alla luce solare.
Nel 1916, con la Prima guerra mondiale in corso, il Regno Unito, per risparmiare energia, introdusse il British Summer Time, che prevedeva lo spostamento di un’ora in avanti dell’orologio durante i mesi estivi, permettendo così di guadagnare un’ora di luce in più.
Anche in Italia l’ora legale venne adottata per la prima volta nel 1916 come misura legata alla Prima guerra mondiale, e fu abolita successivamente nel 1920. Nel 1940, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la misura venne nuovamente adottata, per poi essere abrogata nel 1948.
Nel 1965, tuttavia, una crisi energetica portò l’Italia ad adottare nuovamente l’ora legale, per un periodo di quattro mesi compreso tra maggio e settembre, e che entrò in vigore ufficialmente nel 1966.
Quando nel 1979 la rivoluzione iraniana portò alla crescita del prezzo del petrolio, si verificò una nuova grande crisi energetica a livello internazionale. Per questa ragione, nel 1980, il governo italiano decise di prolungare l’ora legale a una durata di cinque mesi, facendola iniziare la prima domenica di aprile e, dal 1981 in poi, dall’ultima domenica di marzo.
Nel 1996 l’Italia e gli altri paesi dell’Unione europea, insieme ad altre nazioni del Vecchio continente, si accordarono per adottare l’ora legale nello stesso periodo, che va dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre.
L’obiettivo dell’ora legale è quello di indurre le persone a sfruttare maggiormente la luce naturale, evitando così di consumare energia.
Secondo Terna, la società che in Italia gestisce i flussi energetici sulla rete elettrica ad alta tensione, nel nostro Paese tra il 2004 e il 2007, grazie all’ora legale, sono stati risparmiati oltre 2,5 miliardi di kilowatt all’ora, quantificabili in 300 milioni di euro di energia.
Quali paesi adottano l’ora legale?
Oggi non tutti i paesi del mondo adottano l’ora legale, e quelli che la adottano non lo fanno esattamente nello stesso periodo.
Questo tipo di orario è adottato, ad esempio, da tutta l’Unione europea, ma non dalla Russia, dalla Cina e dal Giappone. Gli Stati Uniti, invece, lo applicano su quasi tutto il loro territorio con la sola eccezione di alcune contee dell’Arizona.
Canada, Brasile e Australia, invece, adottano l’ora legale solamente in alcuni dei loro stati federali. L’ora legale è molto poco diffusa fuori dall’Europa e dal Nord America: in Africa, ad esempio, solamente Marocco, Sahara Occidentale e Namibia la adottano.
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