Il museo olandese di Coda, a Apeldoorn, nei Paesi Bassi, ospita una collezione realizzata dall’artista di Amsterdam Mandy Smith, composta da una parete di vagine realizzate con la carta.
L’esposizione si chiama No more cutting e mira ad aumentare la consapevolezza sul corpo femminile combattendo il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, pratiche ancora diffuse in molti paesi del mondo, soprattutto nel continente africano.
Ogni pezzo della mostra è creato a partire dall’immagine di una vera vagina, attraverso fogli di carta di notevole fragilità. Lo scopo dell’artista è arrivare a mille riproduzioni e per questo invita le donne maggiorenni a inviare una foto della loro vulva in forma anonima al sito di No more cutting, affinché dall’immagine “reale” venga realizzato un pezzo della collezione.
Il progetto era già stato presentato sui media internazionali nel 2016, ma ora è tornato a far parlare di sé dopo che un servizio esclusivo della Bbc ha rivelato che tra il 2015 e il 2016, più di 150 adolescenti britanniche con meno di 15 anni hanno deciso di ricorrere alla labioplastica, un’operazione per ottenere un aspetto della propria vulva più vicino ai canoni di bellezza diffusi.
L’account Instagram del progetto ha pubblicato un post sull’argomento, definendo “scioccante” questa notizia e scrivendo che: “C’è un grande bisogno che sempre più donne continuino a parlare di questo problema e creino immagini contrarie a quelle del porno on-line per dimostrare che i genitali femminili hanno tutte le forme e caratteristiche diverse”.
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