Si chiama “naked marriage” ma no, non implica che si vada all’altare senza veli.
Piuttosto, è un matrimonio “minimalista” in cui ciò di cui ci si spoglia sono alcuni beni messi in comune, in particolare la casa, nonché tutte le componenti generalmente ritenute essenziali per nozze degne di questo nome, come l’anello.
In sostanza, si va in comune, si ritira il certificato di matrimonio, ma poi ognuno torna a casa propria. Come riporta Agi, queste nozze alternative stanno prendendo piede ormai da alcuni anni in Cina.
Oberati dai costi troppo elevati delle abitazioni, e spesso con stipendi troppo bassi per poter anche solo pensare di acquistare una nuova casa, molti giovani cinesi non vogliono però rinunciare al matrimonio.
Soluzione: ci si sposa ugualmente, ma ognuno continua a vivere per conto suo, in certi casi con i genitori.
La cerimonia è altrettanto minimalista. Niente anelli, niente ricevimenti che costano un occhio della testa. La coppia si reca in municipio accompagnata dai testimoni e sbriga le pratiche legali.
Sempre Agi spiega che questa pratica è legata a quello che in Cina è stato definito il fenomeno degli “schiavi della casa”.
Ci si riferisce con questa espressione ai giovani nati negli anni ’80, che in certi casi fanno i salti mortali per riuscire ad accendere un mutuo, per poi però trovarsi nella terribile condizione di non poterlo pagare.
Può capitare che perdano il lavoro, o che non avanzino a livello di carriera e stipendio come vorrebbero.
Ecco allora che le rate del mutuo diventano una montagna non più scalabile che rischia di mandare queste persone in rovina.
Chissà che la soluzione del “naked marriage” non possa prendere piede anche in Italia.
I giovani del resto, nel nostro paese, non se la passano certo bene, e piuttosto che pensare di acquistare una casa senza concrete prospettive lavorative potrebbero optare per un matrimonio “mordi e fuggi” in stile cinese.