Di mezzo ci sono sempre le donne, è così che Giuseppe Pons si avvicina per caso alla fotografia. La sua fidanzata dell’epoca desidera dei ritratti. Così fu. Poi l’amore quello vero: la prima macchina e le prime pubblicazioni sui giornali di settore quali Tuttofotografi e Progesso Fotografico. moda dietro quinte
Uno studio continuo e costante anche in camera oscura “i miei studi in Chimica Industriale mi aiutavano a capire bene perché si sviluppa l’immagine latente e quali sono le dinamiche “scientifiche” legate al cloruro di argento”.
Nulla lasciato al caso, una grande passione per quest’arte sempre in crescita, la voglia di fare e di apprendere dai grandi maestri e spesso, come di recente con Toni Thorimbert, di percorre strade insieme a loro.
Un arricchimento costante che ha permesso negli anni a Giuseppe Pons di trasformare questo amore in grandi soddisfazioni: dopo essere stato annoverato fra 115 street photographers internazionali più influenti del 2016 da parte dei lettori della nota rivista online streethunters.net, di recente un suo scatto è stato pubblicato sul libro World Street Photography volume 5.
Perché Giuseppe è alla strada che guarda, per lui un teatro a cielo aperto da raccontare. Sfidando talvolta volti e sguardi, ma senza remore alla ricerca dell’immagine – non facile – ma perfetta. Non sarà un caso che fra i suoi miti c’è Martin Parr.
Il maestro britannico che con ironia ha saputo cogliere gli aspetti della vita quotidiana passando dalla sua amata Inghilterra fino a toccare quell’immenso paese che è la Russia. Fotografie da ammirare e studiare da cui Giuseppe ha saputo trarre insegnamento. Non solo percorrendo quel palcoscenico che è la strada ma infilandosi nei back stage di moda con Fashion in Street.
Un lavoro durato più di quattro anni che si conclude con la mostra che sarà visitabile dal 13 al 30 Settembre presso gli spazi di AT 57, in Viale Liguria 57, Cologno Monzese, Milano.
Un progetto nato dietro le quinte e che racconta della moda milanese. Nulla di patinato, anche qui l’occhio è street.
Giuseppe con le sue macchine fotografiche ha voluto narrare gli infiniti minuti che precedono il momento della passerella che al contrario si consumano in brevi attimi.
Così nei suoi scatti si intravedono modelle intente a scattarsi un selfie, come a leggere un libro; ma anche il duro lavoro dei make up artis, delle vestieriste, degli addetti alla sicurezza che rendono possibile lo show. I vestiti luccicano ma da questi scatti a emergere è la vita, di chi ha scelto di “correre” in passerella.
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