Fatta la legge, trovato l’inganno. L’idea lanciata da un ristorante milanese di sushi nelle scorse settimane è davvero originale: più follower su Instagram hai, meno paghi. Basta pubblicare sul noto social network un post con la foto del piatto e il tag del locale.
Si tratta del primo caso in Italia di un ristorante che accetta follower al posto del più comune denaro. Il risparmio possibile è progressivo: dai mille a 5mila follower si ha diritto a un piatto gratuito, da 5mila a 10mila a due piatti gratis, da 10mila a 50mila a quattro, oltre i 100mila viene offerta l’intera cena. Il “This Is Not A Sushibar” si trova in via Lazzaro Papi 6 a Milano e all’ingresso è presente un cartello che avverte: “Si accettano follower”.
“La finalità è duplice. Da un lato puntiamo a stimolare in maniera innovativa e inclusiva la presenza nel locale e la partecipazione dei nostri clienti, dato che oltre l’80 per cento della nostra attività è incentrata sulla consegna a domicilio, e dall’altro vogliamo rendere questo ristorante unico, a livello nazionale e non solo”, raccontano Matteo e Tommaso Pittarello, fratelli e proprietari del ristorante di sushi.
Il furbetto del sushi
Ma si sa, in questi casi c’è sempre qualcuno pronto a fare il furbo. Così qualche giorno fa, come hanno raccontato i gestori del locale, si è presentato un ragazzo, Antonio, che ha subito sbandierato i suoi 209mila follower, grazie ai quali ha avuto diritto a una cena gratis. In tutto, insieme a un suo amico, Antonio ha speso appena 15 euro di bevande, a fronte di una spesa di 170 euro tra tartare e gunkan.
Il ragazzo però, appena uscito dal locale, ha immediatamente cancellato il post, rispondendo ai titolari del ristorante: “Il mio post non vale la vostra cena”.
La risposta di Matteo Pittarello non si è fatta attendere e ha reso virale la storia del giovane: “Per aiutare Antonio e tutti quelli come lui, che hanno velleità da influencer ma evidentemente non possono permettersi una cena fuori, abbiamo ideato il sushi sospeso – spiega – A tutti gli Instagrammer che verranno a mangiare da noi d’ora in poi chiederemo di lasciare un piatto tra quelli a cui hanno diritto in omaggio per chi non può pagarselo. Il tutto nella speranza che Antonio torni a trovarci. Vogliamo dargli una seconda possibilità per farci una buona impressione”.