Un altro no alla famiglia reale. Che stavolta fa più rumore del solito, perché direttamente legato all’evento che tutti, nel Regno Unito, attendono con trepidazione.
Meghan Markle dovrebbe partorire il suo primo royal baby nel mese di aprile. Un evento imminente, quindi, che dovrebbe contribuire a riportare il sereno tra la moglie del principe Harry e i reali, dopo i frequenti dissidi dei mesi scorsi.
Le cose, però, rischiano di andare diversamente, e la nascita del figlio di Harry e Meghan potrebbe inasprire ulteriormente i rapporti tra quest’ultima con il resto della famiglia.
La duchessa di Sussex, infatti, sarebbe pronta a infrangere nuovamente il protocollo reale in occasione dell’imminente parto. Che Meghan sia insofferente all’etichetta di corte è cosa ben nota.
Innumerevoli sono state, nel corso dei mesi, le infrazioni al protocollo. Ora, però, con la nascita del royal baby, Meghan è pronta al più terribile degli “sgarbi”.
Secondo quanto riportano diversi media britannici, infatti, la duchessa avrebbe detto no alla presenza in sala parto dei due medici della famiglia reale. Si tratta di due ginecologi, Alan Farthing e Guy Thorpe-Beeston.
Il protocollo reale prevede che siano presenti durante il parto di qualsiasi membro della famiglia per intervenire in caso di problemi.
Una tradizione sempre rispettata: Kate Middleton, infatti, non si è mai opposta alla presenza dei due medici, che l’hanno assistita durante la nascita dei suoi tre figli.
Meghan, invece, avrebbe imposto alla regina Elisabetta e agli altri reali la presenza di un medico donna: una mossa interpretata come “femminista” da molti media britannici.
La duchessa, insomma, vorrebbe mostrare ancora una volta la sua autonomia decisionale. Una scelta che starebbe irritando non poco la famiglia reale e in particolare la regina Elisabetta, che tiene particolarmente a questa tradizione e considera i due medici di corte persone competenti e fidate.
Ma, come abbiamo ormai capito nel corso del tempo, quando Meghan Markle decide di fare di testa propria non c’è corona che tenga.
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