Il pubblico le ha sempre dato qualcosa in cambio: applausi, affetto e riconoscenza. E al Teatro dell’Ariston del Festival di Sanremo si è alzato in piedi tre volte, in visibilio per la sua performance in Cosa ti aspetti da me. Gli uomini, invece, a Loredana Bertè non hanno lasciato molto. L’artista, che alla kermesse musicale ha ottenuto un quarto posto e il premio del pubblico, lo ricorda con la sua nota ironia al Corriere della Sera.
Dalla schiera degli ammiratori ha sempre ricevuto un incondizionato appoggio, ma con gli uomini non è andata sempre bene. Storie d’amore intense ma tragiche. Anche quella con il tennista svedese Björn Borg, una relazione complessa che faceva sognare i tabloid della fine degli anni Ottanta. “Borg mi ha lasciato una crema idratante per il viso, invece di fare il suo dovere e farmi fare dei figli. Credo di aver capito troppo tardi di non averlo mai veramente amato”.
Al Festival della canzone italiana, Bertè ha presentato un brano che è quasi un manifesto programmatico. Ha ottenuto il quarto posto, anche se l’artista sperava nella vittoria. “Il quarto posto a Sanremo, un’ingiustizia. Sinceramente non mi aspettavo che non mi facessero salire sul podio. E, sì, speravo di vincere anche per riscattare mia sorella Mimì”, ha raccontato.
Il suo successo di pubblico, sia in sala che sui social, non è passato inosservato: “Mi hanno regalato dei veri cori da stadio”, ha detto al quotidiano di via Solferino. “Sono venuta a Sanremo per chiudere un cerchio, e credo di aver ottenuto più di quanto qualsiasi artista potrebbe chiedere”, ha detto la Bertè delusa.
“La questione del televoto e delle giurie è molto spigolosa. Credo che nel suo caso, come nel mio, la delusione arrivi dalla forte discrepanza fra il plauso del pubblico e il mancato risultato finale. A me però sul podio manco mi ci hanno fatto arrivare…”, ha continuato, riferendosi alle polemiche scatenate Ultimo.
E sulla questione della giuria, che tanto clamore ha fatto, la Bertè suggerisce per la prossima edizione del Festival di Sanremo di creare una giuria di onore composta da soli addetti ai lavori: “musicisti, manager, produttori, dj. E sarebbe bello che i voti fossero palesi”.