Lina Wertmuller | Regista | Sceneggiatrice | Film | Oscar | Vita privata
Lina Wertmuller – È notizia di pochi minuti fa che Lina Wertemuller è stata insignita dell’Oscar alla carriera. Si tratta della terza italiana, dopo Ennio Morricone e Sophia Loren, a ricevere un riconoscimento di tale prestigio.
Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, così all’anagrafe, è regista e sceneggiatrice. Già dal 1976 con la pellicola “Pasqualino Settebellezze”, raggiunge il successo internazionale e diventa la prima regista donna a ricevere quattro nomination agli Oscar (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura, migliore attore protagonista).
Lina Wertmuller | Regista | Sceneggiatrice | Film | Oscar | Vita privata
La Wertmuller è nata a Roma il 14 agosto 1928 da padre pugliese e madre romana. All’età di 17 anni si iscrive al corso di regia all’Accademia Teatrale romana diretta da Pietro Scharoff.
Dopo aver conseguito il diploma, entra nel mondo del teatro collaborando con i registi Guido Salvini e Giorgio De Lullo. A seguire si avvicina al mondo della radio e della televisione e nel 1959 è l’autrice della prima edizione del programma “Canzonissima”.
Nei primi anni Sessanta porta in televisione l’adattamento del romanzo “Il Giornalino di Gianburrasca” portando così al debutto sul piccolo schermo un nuovo genere, quello del musical-comedy.
Nel 1963 il grande incontro con il regista Federico Fellini: Lina Wertmuller diventa così il suo aiuto sul set di “8 ½”. I primi riconoscimenti arrivano nel 1963 con l’esordio dietro la macchina da presa con “I basilischi”: si aggiudica la “Vela d’argento” al Festival di Locarno e altri riconoscimenti a Londra e a Taormina.
Nel 1965 con “Questa volta parliamo di uomini”, si cimenta con il film ad episodi e dirige Nino Manfredi. Negli anni Sessanta firma con lo pseudonimo di George H. Brown due commedie musicali: “Rita la zanzara” (1966) e “Non stuzzicate la zanzara” (1967) .
Nel 1968 Lina Wertmüller dirige anche un film western, “The Belle Starr Story”, con Elsa Martinelli. Nel 1972 torna con “Mimì metallurgico ferito nell’onore” che racconta un giovane siciliano emigrato a Torino in cerca di fortuna.
A seguire firma altri successi come “Film d’amore e d’anarchia ovvero: stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza” (1973), “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974), “Notte d’estate con profilo greco occhi a mandorla e odore di basilico” (1986), in cui il personaggio principale è interpretato da Michele Placido.
Leggi l'articolo originale su TPI.it