Il quotidiano Libero insulta il Sud Italia e scoppia subito la bufera.
Nel bene e nel male, purché se ne parli – Ancora una volta il quotidiano milanese Libero mette il piede sull’acceleratore della polemica. “Comandano i terroni“, scrive in prima pagina il giornale diretto da Vittorio Feltri l’11 gennaio. Un ‘approfondimento’ sulla quantità di cariche istituzionali ricoperte da uomini e donne originari del sud Italia, sotto la linea di Roma per la precisione.
I nomi che vengono da mezzogiorno – Dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, siciliano doc, al premier Giuseppe Conte, nato a Volturara Appula, in Puglia, sono molti i nomi citati dalla giornalista Azzurra Noemi Barbuto. “E sottolineo questo trend con fierezza, poiché sono terrona anch’io”, specifica la stessa autrice nel pezzo.
La bufera online – Polemiche dai social dove l’hashtag #Libero è diventato trending topic: “Quando il capro espiatorio di oggi non funziona più, quello di ieri è sempre pronto”. A scatenare le polemiche, però, oltre all’articolo in sé, è la scelta del termine “terrone”, da sempre usato con accezione negativa.
Le minacce del vicepremier – “Buongiorno con la prima pagina di Libero, giornale finanziato con soldi pubblici, anche quelli dei terroni. Questa è la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi. Ma tranquilli: abbiamo già iniziato a togliergliene da quest’anno e nel giro di 3 anni arriveranno a zero. Ps: anche questa volta l’Ordine dei giornalisti rimarrà in silenzio?”, scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, uno dei tanti citati nell’articolo, puntando il dito contro i fondi all’editoria. “Questo non è giornalismo, non è informazione”, gli fa eco su Twitter il capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, Francesco d’Uva.
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