Quello che non ti uccide ti rende più forte. È proprio il caso di dirlo per Lady Gaga. Oggi all’apice del successo, con alle spalle una carriera affermata da popstar e ora anche quella di attrice, Stefani Germanotta non ha raggiunto la vetta con facilità.
Quello che si racconta anche in A star is born, il film in cui Lady Gaga è la protagonista femminile, è che nessuno diventa grande senza aver affrontato delle avversità. La vita di Lady Gaga è stata costellata di difficoltà, ma la popstar più famosa del globo le ha affrontate a testa alta, vincendo tutte le sfide.
All’inizio della sua carriera, su Facebook compariva un gruppo: “Stefani Germanotta, non sarai mai famosa”. Una ragazza, Lauren Bohn appena ha scoperto il gruppo, nel 2016, l’ha portato all’attenzione dei media, scrivendo un post su Facebook che ha fatto il giro del mondo.
“Quando ero una matricola alla NYU, Facebook era nato da appena un anno e le persone creavano/facevano parte di vari gruppi. Tra questi c’era ‘Stefani Germanotta non sarai mai famosa’. La pagina ospitava le foto di una bella studentessa della NYU di 18 anni, molto carina come Norah Jones, che cantava e suonava il pianoforte nei bar locali. Il gruppo era pieno di commenti, taglienti come aghi di porcospino, che denigravano l’aspirante musicista chiamandola ‘puttana in cerca di attenzioni’. Qualcuno scriveva: “Chi pensa che sia?”. Ricordo anche un tizio che pubblicò un volantino di uno dei concerti di Stefani Germanotta in un bar: il tizio aveva chiaramente calpestato il volantino, e si vedeva il contorno della sua suola fangosa per oscurare il nome della cantante”.
Cinque anni dopo, la ragazza si è ricordata di quel gruppo: “Ero su un treno Amtrak da New York a Filadelfia, leggendo il ritratto di Vanessa Grigoriadis di Lady Gaga, sulla rivista New York Magazine. Ho fluttuato un po ‘senza mente attraverso il pezzo finché non sono arrivato alla prima frase del secondo grafico”. In quel secondo paragrafo si diceva espressamente che Lady Gaga era Stefani Germanotta. La ragazza a quel punto ha ricordato tutto: “Ho provato vergogna, peccato non aver mai scritto sul quel gruppo”.
“Stefani, grazie. Grazie per aver sempre pensato di essere una superstar, per aver usato le tue crepe per far uscire la luce più intensamente. Seguiamo l’esempio”, ha detto ancora Lauren.
Ma anche prima dell’università, la vita di Stefani non è stata semplice. I suoi genitori la mandarono al Convento del Sacro Cuore, una scuola privata cattolica nell’Upper East Side, dove Lady Gaga ha assaggiato per la prima volta la crudeltà umana, quella dei suoi compagni di classe che la deridevano per il suo aspetto fisico.
“Ero abituato a mettere autoabbronzanti, e avevo un colorito scuro a scuola, e la gente diceva: ‘Perché cazzo sei così arancione? perché fai i tuoi capelli in questo modo, sei una diga? Perché devi sembrare così per la scuola? “Una volta mi chiamavo una troia, si chiamava così, si chiamava così. A volte non volevo nemmeno andare a scuola”, ha rivelato in un’intervista Lady Gaga.
Più tardi, la scuola di canto e di piano e il sogno di incidere un disco sembrava vicinissimo quando la Def Jam gliene accordò la produzione. In tre mesi, però, quella possibilità si sgretolò, ma non il sogno di Stefani, che, determinata, continuò a lottare per diventare chi, solo qualche anno dopo, riusciva a diventare: la regina del pop.