Kim Kardashian e le polemiche sulla sua linea di intimo
Con l’arrivo dell’estate, gli inviti a matrimoni e party eleganti si moltiplicano. Tutte occasioni dove ci si vorrebbe presentare al top, indossando abitini aderenti che scivolano come l’olio su un corpo dalle forme scolpite. Ma non sempre – si sa – questo è possibile solo grazie a madre Natura o a mesi di sudore e sforzi in compagnia di un personal trainer.
Problema comune anche alle star di Hollywood, che per affrontare il red carpet (e non solo) spesso ricorrono all’aiuto di lingerie modellante. Capi che promettono supporto miracoloso e invisibile ma che, purtroppo, talvolta invisibili non sono. Ne sa qualcosa Jennifer Lopez, paparazzata pochi giorni fa mentre dallo spacco di un vestito Gucci spuntava l’orlo di un pantaloncino contenitivo.
Arriva Kim(ono) – E lo sa bene anche Kim Kardashian, che il 26 giugno ha deciso di sorprendere i suoi fan con un post su Instagram: “Finalmente posso condividere con voi questo progetto che ho sviluppato durante l’ultimo anno. Sono appassionata di questa cosa da 15 anni. Kimono è la mia interpretazione di shapewear, una soluzione per donne che funziona davvero”, promette.
Tagli e nuances inclusivi – Poi lady West rivela: “Ho sempre tagliato il mio intimo modellante per adattarlo agli outfit, e in tantissime occasioni non sono riuscita a trovare un colore che si fondesse con la tonalità della mia pelle: avevamo bisogno di una soluzione a tutto questo. Nella terza foto vedete l’opzione shorts: li ho creati pensando a tutte quelle volte in cui vorrei indossare un abito o una gonna con spacco senza rinunciare al supporto contenitivo. Vi presento Kimono Solutionwear™, adatta a ogni corpo. Disponibile a breve nelle taglie da XXS a 4XL, in 9 tonalità. Non vedo l’ora che proviate questo tessuto!”.
Foto italiane – Gli scatti pubblicati – frutto dell’estro di Vanessa Beecroft, l’artista genovese che ha fatto del tableau vivant e dell’uso di corpi femminili seminudi la sua cifra stilistica – hanno subito raccolto milioni di like e di commenti entusiastici. C’è chi spera di aver finalmente trovato una soluzione alle sue forme particolarmente curvy e chi prega che le spedizioni arrivino in tutto il mondo.
Le polemiche sul nome – Ma il nome scelto per la collezione fa discutere. Diversi follower hanno trovato offensiva l’idea di battezzare un brand di intimo come un abito tradizionale giapponese. “Non puoi fare di Kimono il nome di un marchio”, commenta qualcuno. “Cambia nome”, insistono altri. Non manca chi reagisce con più veemenza: “Ma tu lo sai cos’è un Kimono? È qualcosa di tradizionale e ricco di significato, mica la tua lingerie. La tua scelta è irrispettosa e inappropriata: dimostra quanto sei ignorante”, sentenzia il web.