Un imprenditore della Tasmania chiamato Peter Bignell ha trovato una soluzione davvero originale per recuperare il vino sputato dai sommelier dopo gli assaggi: trasformarlo in alcol puro da impiegare per fare altre bevande.
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Dopo aver partecipato l’anno scorso al festival di vino sostenibile Rootstock a Sydney, Bignell è rimasto colpito da quanto alcol andava sprecato nelle sputacchiere dopo le prove di rito da parte di intenditori e semplici curiosi: ben 500 litri in soli due giorni, una parte dei quali costituito però da semplici avanzi di bicchieri lasciati mezzi vuoti.
Davvero troppo per Peter Bignell, proprietario dell’unica distilleria australiana totalmente alimentata a biodiesel. Uno spreco eccessivo poco in sintonia con il tema della sostenibilità promosso dall’evento.
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Da lì l’idea di recuperare i litri versati nelle sputacchiere e trasformarli, dopo vari processi di disinfezione e lavorazione, in una nuova bevanda dall’alto tasso alcolico dal sapore molto simile al brandy.
Quest’anno Bignell, che ha definito il gusto della sua creazione “delizioso e leggermente fruttato”, è tornato al festival Rootstock per farne provare alcuni bicchieri agli stessi sommelier che nel 2016 avevano sputato i loro assaggi senza farsi tanti scrupoli.
L’imprenditore australiano si è detto consapevole del fatto che tanta gente possa essere disgustata dall’idea di bere vino riciclato, ma ha giurato che il processo di filtraggio e raffinazione è stato sufficiente a eliminare tutti i germi presenti negli scarti: “Esistono il caffè che viene fatto tostare dall’apparato digerente dei gatti e la birra realizzata con i cereali sputati e lasciati fermentare in un barile. La mia non è stata un’idea nuova”, ha detto Bignell.