A Milano arrivano le gondole veneziane e a portare la prima è stato Umberto Pagotto, gondoliere della laguna, che ha avuto per primo l’idea di portare questa tradizione anche nel capoluogo lombardo.
Per farlo ha portato la sua gondola, che ha più di 50 anni, direttamente da Venezia: 11 metri di lunghezza per sei quintali di peso, la gondola di Pagotto sarà l’alterativa romantica per ammirare i Navigli e la Darsena di Milano.
Pagotto ha portato la gondola in città nel 2016 e, con la collaborazione della Reale Società Canottieri Bucintoro di Venezia e la Canottieri San Cristoforo di Milano, l’ha restaurata.
L’idea del gondoliere è quella di offrire un servizio turistico sul Naviglio: il classico giro in gondola per le coppie, il noleggio per matrimonio, compleanni e feste di laurea e l’aperitivo.
I tour in gondola hanno un costo di 80 euro e una durata di circa 40 minuti. Il tragitto della gondola parte dal Naviglio Grande per arrivare alla zona pedonale di Bovisa.
Inoltre per chi volesse intraprendere la carriera di gondoliere, c’è anche la possibilità di iscriversi a un corso di voga alla veneta.
“Da 20 anni sono appassionato di voga veneta e ho sempre amato moltissimo la mia terra”, ha raccontato Umberto Pagotto in un’intervista al quotidiano online MilanoToday.
“Volevo avere un pezzetto della mia terra in quella che dal 1981 è diventata la mia città”.
“Molti decidono di noleggiare la gondola per fare una dichiarazione al proprio amato o alla propria amata. Da quando ho iniziato a fare il gondoliere a Milano, infatti, sono stati tanti i momenti emozionanti: proposte di matrimonio, ma anche anniversari e compleanni. In generale quest’imbarcazione viene riservata per celebrare momenti speciali”.
Ma Pagotto nell’intervista racconta anche che i clienti non sono soltanto turisti, ma anche molti italiani: “Spesso si tratta di persone che hanno visitato Venezia una o più volte, ma che per diverse ragioni non hanno mai fatto un giro in gondola. Adesso così hanno la possibilità di vivere questa esperienza così particolare”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it