“Non ti chiedo di essere fedele, ma di essere leale”, con queste parole Frida Kahlo si rivolge all’amato Diego Rivera nel film diretto da Julie Taymor, che racconta l’intensa e travagliata storia d’amore fra i due pittori messicani; perché, molto probabilmente, esiste una tradimento ancora peggiore che non ha nulla a che vedere con la carne.
Eppure, in quest’epoca di precarietà generale, dove i legami sono stati sostituiti dalle connessioni, per dirla alla Bauman, anche la lealtà finisce per dissolversi a colpi di click. Fa una certa impressione – scrive Massimo Recalcati – che chi vive un’esperienza di separazione affettiva importante non riesca a intervallare la perdita dell’oggetto con una pausa di solitudine, ma si precipita nella sostituzione immediata del nuovo oggetto-corpo. È l’amore liquido, scrive il sociologo e filosofo polacco. È il culto libertino del nuovo, scambiato per libertà, ci dice lo psicanalista milanese. Ma c’è anche altro.
Potrebbe essere capitato anche voi di essere stati lasciati improvvisamente, senza la possibilità di un confronto, senza comprenderne le ragioni. Probabilmente siete stati bloccati prima sulle chat, poi avete visto sparire i ricordi comuni sui social e, addirittura, avete poi scoperto che il vostro partner fosse in procinto di cambiare numero. A tutto questo non siete riusciti a fornire una spiegazione, vi siete tormentati per cercare di capire, ma la risposta forse non riguardava semplicemente voi e la vostra relazione, ma un fenomeno generale più grande: il ghosting, la nuova frontiera dell’amore 2.0. Per comprendere meglio di cosa si tratta, TPI ha intervistato la dottoressa Tiziana Corteccioni (psichiatra e psicoterapeuta).
Il termine “ghosting” si riferisce ad un metodo utilizzato da alcune persone per interrompere la relazione con il proprio partner e consiste nella cessazione improvvisa di ogni forma di comunicazione con la persona che si sta frequentando abitualmente.
Chi utilizza questo metodo per lasciare una persona mette in atto un comportamento di tipo patologico, con una modalità di relazione passivo-aggressiva. Al fine di non ferire i sentimenti del partner, lasciandolo apertamente, chi pratica ghosting non considera le eventuali conseguenze psicologiche, le ripercussioni importanti sulla salute mentale, che tale comportamento può avere sul partner.
Un sondaggio commissionato dal sito di appuntamenti Plenty of Fish ha rilevato che, su un campione di 800 utenti (giovani compresi nella fascia di età che va dai diciotto ai trentatré anni), ben l’80 per cento era stato vittima di ghosting, anche se i numeri erano riferiti in particolare a persone che si erano conosciute attraverso siti di incontri, mentre in questo caso riflettiamo su un fenomeno più generale.
Queste esperienze possono rappresentare dei fattori di rischio nell’insorgenza di difficoltà nella gestione delle emozioni durante le relazioni affettive. Vivere più di una separazione improvvisa, alla quale non si riesce a dare una spiegazione, ad esempio, rappresenta un trauma che si ripete nel corso della vita, che lascia un vissuto di fallimento.
Chi pratica ghosting può presentare specifici tratti di personalità che, a volte, possono prendere la forma di un vero e proprio disturbo (ad esempio borderline, evitante, narcisistico). Molto comune è la modalità di entrare in relazione di questi soggetti che è generalmente poco matura e talvolta accompagnata da difficoltà comunicative. Inoltre, molto spesso ci si chiede se la persona che ha praticato ghosting possa tornare indietro sui suoi passi. Nella maggior parte dei casi la riposta è negativa.
Il metodo del ghosting può essere praticato sia da un individuo con difficoltà nella gestione della rabbia del partner (per la presenza di bassa autostima) sia da un soggetto completamente concentrato sui propri bisogni, con numerosi tradimenti alle spalle. Tale tecnica sta cominciando a diventare comune, perché facile da mettere in atto e, come specificato in precedenza, anche tra persone che si conoscono sui social network e sui siti di appuntamenti online. Ma non solo.
Il modo più corretto di lasciare il partner è quello di metterlo a conoscenza dei suoi aspetti negativi permettendogli con il tempo di elaborare il dolore della separazione. Il metodo del ghosting, invece, genera nell’altro confusione e angoscia. La persona lasciata spesso giudica questo comportamento come una forma di crudeltà emotiva in quanto può generare nell’altro sentimenti di inadeguatezza (non fornisce alcuna risposta relativa ai dubbi della fine della relazione).
Il ghosting determina nella persona lasciata lo spostamento della rabbia verso se stessa, non consentendo di ottenere una definizione della fine della relazione. Questa rabbia può trasformarsi in impotenza e può essere accompagnata anche da altri sintomi depressivi. La chiarezza della fine di una relazione, inoltre, è fondamentale perché può fornire informazioni utili per le successive relazioni. In caso di marcato disagio psicologico è consigliabile intraprendere un percorso di psicoterapia al fine di regolare meglio le proprie emozioni, ottenendo così strumenti conoscitivi importanti per il futuro.
Nel partner ideale si cerca generalmente vicinanza emotiva in un percorso di crescita personale. Penso che una relazione sana e soddisfacente possa permettere di conservare la libertà, pertanto, non c’è bisogno di interromperla.
Amare significa desiderare di entrare in rapporto o di mantenere una vicinanza emotiva con una persona specifica. Nell’altro cerchiamo continuamente noi stessi e, dato che nel corso degli anni cambiamo, valutiamo se l’altro sta cambiando insieme a noi oppure no.
Leggi l'articolo originale su TPI.it