Se c’è un’arte che negli ultimi anni è diventata incredibilmente più praticata che in passato, questa è la fotografia. Grazie agli smartphone e a social network come Instagram è diventata alla portata di tutti.
Tutti hanno ormai una fotocamera a disposizione, in quasi qualsiasi momento della giornata, ma non è automatico che tutti siano diventati dei fotografi provetti. Molti si ritrovano a invidiare le foto perfette dei loro amici seguiti su Instagram o Facebook.
Per ovviare a questo problema, il quotidiano britannico The Independent ha chiesto aiuto a due esperti, Anett Velsberg – fotografa e food stylist – e Daniel Krieger – fotografo specializzato in cibo.
Una delle abitudini più diffuse tra gli aspiranti fotografi è quella di fotografare i piatti, al ristorante e a casa. Ma sono pochi quelli che sanno farlo davvero bene.
La primissima regola è che il cibo deve sembrare delizioso a chi lo guarda.
Il più grande errore che le persone fanno quando fotografano il cibo è accontentarsi dell’illuminazione anche quando questa è scarsa o non all’altezza.
Una bella giornata di sole e un luogo della casa che sia ben illuminato con la luce solare è un buon punto di partenza, ma con pochi soldi si possono acquistare anche un riflettore e un pannello di gommapiuma bianco, ottimi per bilanciare le ombre sull’immagine.
“C’è sempre una ‘star’ tra i cibi nella foto, e i colori, le forme e gli equilibri circostanti funzionano come ‘cast non protagonista’”, spiega Velsverg. Lo scopo è avere un punto focale chiaro ma anche diversi livelli di profondità.
Infine, dopo aver scattato la foto una parte fondamentale riguarda la post-produzione, che Krieger e Velsberg effettuano con Adobe Lightroom, ma che si può svolgere anche con applicazioni come VSCO e Snapseed.
È utile esaltare i colori, ma non bisogna esagerare con i filtri per far sì che l’immagine perda ogni naturalezza. E che il cibo risulti poco reale, e appetibile.
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