I fan di Harry Potter potrebbero non avere poteri magici (forse) ma dovrebbero essere contenti di sapere che sono i migliori tra i babbani.
Un articolo scientifico, infatti, ha rivelato come i bambini che leggono Harry Potter sono meno prevenuti di quelli che non lo fanno.
La ricerca, intitolata La più grande magia di Harry Potter: Ridurre i pregiudizi, ha condotto tre studi per verificare se la lettura del bestseller “migliora l’atteggiamento nei confronti dei gruppi stigmatizzati (immigrati, omosessuali, rifugiati)”.
Quindi chi legge Harry Potter ha meno pregiudizi verso le minoranze.
La ricerca ha scoperto che l’identificazione con Harry Potter e la disidentificazione da personaggi negativi come Voldemort e i Mangiamorte hanno inciso sul carattere dei giovani lettori proprio rispetto alla questione del pregiudizio.
“Abbiamo condotto tre test per capire se leggere i popolari libri di Harry Potter davvero migliora l’atteggiamento verso gruppi di minoranza, spesso vittime di stereotipi (immigranti, omosessuali, rifugiati. I risultati ottenuti dagli studi condotti tra i bambini e tra due categorie di studenti più grandi (in Italia e nel Regno Unito) sostengono le nostre ipotesi principali”, si legge nello studio.
Tale rivelazione di certo non sorprenderà i fan del mago più famoso del mondo.
Dopo tutto, Harry e i suoi amici, in tutti i romanzi della sagra, non fanno altro che rientrare a tutti gli effetti neigruppi di minoranza – vedi i giganti o chi nasce babbano o i licantropi.
Inoltre, Voldemort e i suoi Mangiamorte non sono altro che un parallelismo del nazismo. E i riferimenti a quel mondo sono tanti: basti pensare a termini come mezzosangue o purosangue, che si avvicinano tantissimo al linguaggio razzista nel mondo babbano.
Proprio sul sito della scrittrice J.K. Rowling, come scrive l’Independent, si legge: “Le espressioni ‘purosangue’, ‘mezzosangue’ e ‘babbano’ sono state coniate da quelle persone per cui queste distinzioni sono importanti e esprimono i pregiudizi di chi le ha create”.
E ancora: “A proposito di Lucius Malfoy, per esempio, un mago babbano è pessimo come un babbano. Perciò Harry sarebbe considerato solo per metà mago a causa dei nonni di sua madre, babbani”.
“Se pensate che questo sia lontano dalla realtà, date un’occhiata ad alcuni dei grafici che i nazisti usavano per dimostrare se un uomo aveva sangue ‘ariano’ o ‘ebreo'”, ha continuato l’autrice di Harry Potter.
“Ne ho visto uno nel Museo dell’Olocausto a Washington, quando avevo già pensato le definizioni ‘purosangue’, ‘mezzosangue’ e ‘babbano’ ed ero raggelata nel vedere che i nazisti usavano esattamente la stessa logica deformata dei Mangiamorte”.
E è l’alter ego della Rowling nei romanzi, il suo portavoce Albus Silente, a dire: “Dai troppa importanza, e lo hai sempre fatto, alla purezza del sangue!” e ancora: “Non riesci a riconoscere che non importa ciò che si è quando si nasce, ma ciò che si diventa quando si cresce!”.
Insomma, traspare chiaramente dalla lettura della saga l’intento della Rowling di fare in modo che i piccoli (e non) lettori convivano con le minoranze e, anzi, vi riconoscano una ricchezza.
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