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Facebook è in grado di aprirti gli occhi nelle foto anche se li tieni chiusi

Lo strumento di intelligenza artificiale che modifica gli occhi chiusi delle persone nelle foto

Il social network più utilizzato al mondo sta sviluppando una nuova funzione per correggere le foto in cui abbiamo gli occhi chiusi

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 20 Giu. 2018 alle 13:14 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 18:51

Una coppia di ingegneri di Menlo Park ha inventato uno strumento di intelligenza artificiale che modifica gli occhi chiusi delle persone nelle foto, lo rivela un documento pubblicato questa settimana dalla società Facebook.

Nel paper di dieci pagine gli esperti paragonano il metodo ad altri già esistenti di foto ritocco come quelli per la rimozione delle imperfezioni sul volto o del corpo e per le correzioni degli occhi rossi.

Sebbene l’idea sia ancora in fase di ricerca si tratta della prima tecnologia del suo genere in grado di “aprire” gli occhi chiusi nelle foto, tenendo conto di variabili incontrollabili come l’illuminazione. Adobe, il principale software di fotoritocco, non ha ancora la capacità di farlo.

Sebbene non sia ancora chiaro se Facebook utilizzerà questo metodo per correggere le foto sul social network, l’innovazione potrebbe presentare problemi di privacy per i propri utenti.

La società ha già affrontato una causa legale ad aprile perché ha utilizzato la tecnologia di riconoscimento facciale AI senza il permesso degli utenti.

Le persone che hanno fatto causa all’azienda di Mark Zuckerberg affermano che Facebook ha violato la privacy delle persone perché ha raccolto i dati biometrici degli utenti senza chiederne l’autorizzazione. E questa nuova funzione di modifica si basa esclusivamente sulla raccolta, l’uso e la verifica delle informazioni biometriche dell’utente.

La tecnologia funziona utilizzando le foto di persone con gli occhi aperti, prendendo in considerazione fattori come la forma degli occhi e il colore, e quindi il software può utilizzare tali dati per trasferire “occhi aperti” sulle foto di altri. I ricercatori della Silicon Valley, Brian Dolhansky e Cristian Canton Ferrer, hanno definito questo processo in-painting.

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