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Fabio Maria Damato sfida Ferragni: l’ex manager silurato dall’influencer apre una sua società per farle concorrenza

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 13 Ago. 2024 alle 11:12

Damato sfida Ferragni: l’ex manager dell’influencer apre una sua società

Fabio Maria Damato, l’ex manager di Chiara Ferragni liquidato dalla società dell’influencer dopo il Pandoro-gate, sfida l’imprenditrice digitale aprendo una sua società, la Brave srl.

Secondo i documenti depositati dal notaio milanese Patrizia Leccardi, la società di occuperà di “consulenza nel campo della moda e dello spettacolo e di marketing”, di gestione di marchi fashion e della “acquisizione ed il trasferimento a qualsiasi titolo di diritti dell’immagine, del nome e/o pseudonimo di artisti, cantanti, interpreti, autori, indossatori, persone fisiche e giuridiche in genere, per gli usi consentiti dalla legge comprese la pubblicità, la promozione e qualsiasi altra forma di utilizzazione”.

Infine, la Brave srl si occuperà della “ideazione, la realizzazione e la gestione di siti internet, la relativa fornitura di contenuti ed ogni attività di prestazione di servizi e consulenza connessi ad internet”. La società di Fabio Maria Damato, dunque, finirà inevitabilmente per fare concorrenza a Chiara Ferragni.

Liquidato dalla società dell’influencer, l’ex manager aveva precisato in una serie di stories postate sul suo profilo Instagram di aver deciso in autonomia di andarsene: “In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto perché da dipendente credevo non fosse corretto farlo visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato. Ma oggi è opportuno anche rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso dall’azienda, che ‘il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale’. Grazie”.

Damato, poi, aveva precisato sulla questione Pandoro: “Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso pandoro, ma essendo diventate pubbliche alcune mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste mail fosse la mia”.

“Resto amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna. Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che s sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro”.

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