L’esperimento del portafogli smarrito
Un portafoglio smarrito e pieno di soldi. Che fare: restituirlo o tenerlo? Se ci si affida ai luoghi comuni, la risposta è semplice: “L’occasione fa l’uomo ladro”, ripete il proverbio. Ma, stando a uno studio pubblicato dalla rivista Science, questo adagio non ha senso. Non solo in Italia, anche nel resto del mondo.
Gli atenei statunitensi del Michigan e dello Utah – insieme all’Università di Zurigo, in Svizzera – hanno portato avanti, tra il 2013 e il 2016, un esperimento su larga scala: 40 Paesi coinvolti, per un totale di 355 città e oltre 17mila portafogli dispersi.
Nel Belpaese sono state prese in esame 16 città: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Taranto, Torino, Trieste, Venezia e Verona.
“Quanto impatta la possibilità di ottenere un tornaconto economico personale sull’onestà e sul senso civico?”, si sono domandati i ricercatori. I risultati dello studio hanno sorpreso anche loro.
Lo studio – Alla base dell’esperimento, dei portafogli smarriti per finta, ma pieni di denaro vero. Il copione, sempre lo stesso: un assistente ricercatore si rivolge al personale di un luogo molto frequentato (banche, teatri, musei, uffici postali, hotel) dicendo di aver trovato in terra un borsellino poco distante da lì e di volerlo far riavere al proprietario: “Qualcuno deve averlo perso. Io vado di fretta, puoi occupartene tu?”, chiede a chi si trova davanti.
Il portafoglio in questione è una piccola busta trasparente contenente un biglietto da visita – leggibile anche senza aprire il contenitore – una breve lista della spesa in lingua locale, una chiave e un po’ di soldi: 10 euro circa (o l’equivalente nella valuta del Paese in esame). In alcuni casi nella busta si trova più denaro, 85 euro circa, in altri non ne è stato messo per nulla. Ci sono anche borsellini con 10 euro ma senza chiave.
Le aspettative – L’esperimento è stato preceduto da alcuni sondaggi, sia tra gente comune sia tra esperti del settore, per testare le aspettative in merito a quello che sarebbe successo ai portafogli. Gli intervistati hanno risposto quasi all’unanimità: più la busta contiene soldi, minori saranno le possibilità che venga recapitata a chi di dovere.
I risultati – Quanto emerso dalla ricerca dovrebbe far ricredere esperti e non. A livello mondiale, il 40 per cento dei portafogli vuoti è stato restituito. Il numero cresce se si considerano i borsellini con qualche soldo: più della metà di loro è tornata tra le mani dei ricercatori.
Per quanto riguarda i portafogli “più ricchi” e quelli senza chiave, l’esperimento è stato svolto su una fetta di mondo ridotta: in Gran Bretagna, negli Usa e in Polonia. Ma il comportamento dei cittadini coinvolti non ha lasciato dubbi: più il valore economico del contenuto aumenta, più una persona è spinta a restituire ciò che non è suo. Il 72 per cento delle buste con 94 dollari all’interno (85 euro circa, appunto) è stato reso.
Anche la presenza o meno di una chiave – ossia di qualcosa che ha valore pratico e affettivo per il proprietario, ma non ne ha per chi si potrebbe tenere il borsellino – fa la differenza: le buste con chiave sono state restituite in misura leggermente maggiore.
Nessuno vuole essere un ladro – Come spiegano questi risultati? Secondo gli scienziati, la presenza della chiave stimola l’altruismo di chi decide di restituire la busta. Per i soldi, la questione è diversa: riguarda più da vicino la concezione che ogni individuo ha di sé.
Il profitto economico che si potrebbe trarre dal tenere il portafoglio non vale lo stress psicologico di sapersi disonesti. “È facile non sentirsi disonesti quando ci si tiene un portafogli senza soldi, perché non si guadagna niente. Ma diventa più difficile se si parla di soldi” spiega Lukas Zünd, co-autore della ricerca, alla Bbc. E come aumenta il valore di ciò che ci capita tra le mani, così cresce anche la probabilità di sentirsi in colpa. Nessuno (o quasi) vuole essere un ladro.