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“Morirai nei prossimi 10 anni?” La risposta in un test su un esame del sangue appena scoperto

Credit: AFP

Quanto ti resta da vivere?

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 22 Ago. 2019 alle 16:43 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:00

Il test sull’esame del sangue che predice il rischio di morte

La morte è inevitabile, ma sapere quando arriverà non lo è necessariamente. Ma gli scienziati hanno sviluppato un test del sangue in grado di prevedere in modo affidabile per quanto tempo vivrà una persona.

A diffondere la scoperta scientifica è stato il Time, dopo la pubblicazione sulla rivista di settore Nature Communications. L’equipe guidata dal dottor Joris Deelen e da P. Eline Slagboom, biologa della Leiden University Medical Center, ha preso in esame il sangue di oltre 44mila persone di età compresa tra i 18 e i 109 anni. 5.512 partecipanti sono morti durante i 16 anni di ricerca.

Secondo il Max Planck Institute for Biology of Ageing di Colonia, infatti, è sufficiente un nuovo test effettuabile su un normale esame del sangue per prevedere se si morirà nei prossimi dieci anni. Il test inoltre è molto affidabile, i ricercatori assicurano una precisione del risultato attorno all’83 per cento.

Il test sull’esame del sangue che predice rischi morte entro 10 anni

Il team di scienziati ha ricercato i “biomarcatori” (indicatori utilizzati nella ricerca medica per misurare processi e risposte biologiche) più alti nei partecipanti che vivevano più a lungo e li ha utilizzati per determinare il rischio di mortalità.

Da questa raccolta di marcatori, il team ha ristretto l’elenco a 14 che hanno saputo fornire, insieme al sesso della persona, una buona immagine del rischio per la salute dei partecipanti e, per associazione, il rischio di morire nell’arco dei prossimi 5/10 anni.

Questi 14 “biomarcatori” nel sangue sembrano quindi indicare il rischio di morte. “Abbiamo voluto affrontare la vulnerabilità della salute delle persone che i medici non possono vedere dall’esterno”, ha dichiarato il dottor Deelen.

Secondo quanto riporta Nature Communications, il test non è ancora pronto ufficialmente per un uso “medico”, e nemmeno per soddisfare una macabra curiosità personale.

“È un passo avanti emozionante ma sono necessari ulteriori ricerche prima che un test del genere possa essere utilizzato come esame convenzionale”.

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