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“Una vera amica è rara come il vero amore”, secondo la scrittrice Elena Ferrante

Una foto della serie tv dedicata a "L'amica geniale ". Napoli. Credit: Getty Images

La misteriosa scrittrice affronta il tema dell'amicizia e dell'amore nella rubrica settimanale che cura per il Guardian

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 30 Lug. 2018 alle 18:23 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 14:53

Proprio come i grandi amori, anche le vere amicizie sono rare e difficili da trovare, soprattutto quando si tratta di legami tra persone dello stesso sesso, in particolare tra donne.

(L’Amica geniale: dal 30 ottobre la miniserie in 8 puntate: qui tutto quello che c’è da sapere)

La scrittrice Elena Ferrante, nella rubrica settimanale che cura per il sito del quotidiano britannico The Guardian, affronta il tema dell’amicizia, quella vera e profonda, e dell’amore.

Paragona i due sentimenti, entrambi estremamente difficili da trovare, ma che negli ultimi tempi si stanno sempre più intrecciando in quei rapporti di amicizia misti al sesso comunemente definiti come “friends with benefits” o “trombamici“.

La Ferrante rinnega i termini accostati alla parola amico: “Non direi mai ad esempio ‘è la mia migliore amica’, perché dovrei dedurre che ho amici che mi piacciono di meno e altri di cui non mi fido così tanto”.

E continua: “In generale tendo a non mettere accanto alla parola ‘amico’ aggettivi che si riferiscono a una gerarchia di sentimenti o di affidabilità”.

Se sentiamo il bisogno di definire una persona più amica di altre, per Ferrante significa che molto probabilmente dovremmo riconsiderare il rapporto: “[…] dovremmo imparare a dire non ‘un amico’ ma ‘una persona con cui passo il tempo o con cui ho passato del tempo’”.

Secondo Elena Ferrante il problema è che “ci conforta avere molti amici – ci fa sentire popolari, amati e meno soli”.

“Preferiamo quindi definire come “amiche” persone con le quali abbiamo poco o nulla in comune, ma con le quali se necessario possiamo riempire un vuoto”.

“Possiamo trascorrere un pomeriggio in un caffè, bere assieme a queste amiche un bicchiere di vino”, non importa se poi alla prima occasione parliamo dietro ad alcune di queste persone.

Il fatto è che un’amica è rara come il vero amore”.

Elena Ferrante, da scrittrice, parte dall’analisi delle parole: “amicizia” infatti in italiano ha la stessa radice del vero “amare”.

Una relazione tra amici ha la ricchezza, la complessità, le contraddizioni e le incoerenze dell’amore”.

La differenza tra amore e amicizia sta nel sesso. Una differenza non da poco.

La Ferrante dice: “L’amicizia non è costantemente messa a rischio dalle pratiche sessuali, da quanto pericolo c’è nella miscela di emozioni elevate e dalla pressione dei corpi nel dare e ricevere piacere”.

Ma affronta anche il tema moderno delle nuove amicizie miste al sesso, o a quei tipi di relazione disimpegnati e spensierati: “l’amicizia sessuale”, sempre più diffusa.

Categorizzato con il neologismo “trombamico”  o “amico con benefici” la Ferrante lo definisce come fosse un escamotage: “è un gioco che cerca di tenere a bada sia il potere pervasivo dell’amore sia il rito del sesso puro”.

Chi è Elena Ferrante? 

Elena Ferrante è una scrittrice italiana che ha scelto di rimanere nell’anonimato. Il suo nome, infatti, è uno pseudonimo, e la sua identità è attualmente sconosciuta.

La scrittrice, presente nel panorama letterario dal 1992, ha avuto un enorme successo negli ultimi anni, soprattutto in Italia e negli Stati Uniti, per la sua quadrilogia pubblicata tra il 2011 e il 2014, e composta dai libri L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta.

Grazie alla vasta diffusione dei suoi romanzi e al talento riconosciutole da pubblico e critica, Elena Ferrante ha ottenuto la possibilità di tenere una sua rubrica settimanale sul Guardian.

Un’autrice senza volto, nascosta da anni dietro a uno pseudonimo che ha fatto interrogare il mondo. Centinaia di migliaia di copie vendute, in Italia e all’estero, senza che nessuno abbia mai avuto prova della sua vera identità. E infine alcuni numeri apparentemente anomali nei pagamenti versati da una casa editrice a una traduttrice sconosciuta al grande pubblico.

Sono questi gli ingredienti dell’inchiesta firmata dal giornalista Claudio Gatti sul Sole 24 ore e ripresa da giornali e riviste internazionali quali la statunitense The New York Review of Books, la tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung, e la francese Mediapart, che sembra mettere fine al mistero sull’identità della scrittrice italiana Elena Ferrante.

Un articolo del 2 ottobre comparso contemporaneamente su queste testate afferma che, dopo alcune indagini sulle transazioni finanziarie della casa editrice E/o, che pubblica i romanzi della scrittrice, gli indizi porterebbero ad Anita Raja, traduttrice di origine napoletana e residente a Roma, collaboratrice
della casa editrice suddetta.

Per chi non conoscesse le vicende legate all’identità di Elena Ferrante, questa è una breve sintesi: il suo primo romanzo, L’amore molesto, è stato pubblicato nel 1992 dalla casa editrice Edizioni e/o (una versione cinematografica ad opera di Mario Martone è stata realizzata nel 2000), seguito poi da I giorni dell’abbandono (2002) e da La figlia oscura (2006).

Tutti i romanzi in questione sono stati pubblicati senza che della scrittrice si conoscesse alcun dato biografico (eccetto l’origine partenopea) e senza che questa si mostrasse mai al pubblico o che ne venissero pubblicate foto, tanto che col tempo si è diffusa la credenza che quel nome fosse solo uno pseudonimo.

Solo il suo editore e pochissimi altri sono a conoscenza della sua vera identità, per il resto rimasta nascosta al pubblico ormai per decenni.

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