Il termine “nostalgia” non è stato coniato fino al Diciassettesimo secolo, ma il suo concetto risale all’antica civiltà greca. La parola, infatti, è composta da nóstos, che significa “ritorno a casa”, e álgos, che significa “desiderio”.
La nostalgia è un sentimento agrodolce, attraverso il quale vengono rievocati luoghi o eventi del passato.
Ma, secondo la professoressa di Harvard Svetlana Boym, esistono due tipi di nostalgia, che a loro volta hanno due differenti impatti sul benessere di chi le prova.
Quali sono i due tipi di nostalgia?
Secondo Boym la nostalgia si divide in due diversi tipi di sentimento: il primo viene definito restitutivo, il secondo riflessivo.
La nostalgia restitutiva ha a che fare con il concetto di “ritorno a casa”, e fa venire voglia alle persone che la provano di ricostruire e rivivere ossessivamente gli eventi e gli accadimenti del passato.
La nostalgia riflessiva, invece, si concentra sul sentimento di malinconia. La differenza fondamentale tra i due sentimenti è l’accettazione del fatto che il passato è passato.
“Mentre la nostalgia restitutiva ricostruisce con una precisione ossessiva i ricordi, la nostalgia riflessiva si abbandona a un ritorno delle vecchie paure, vissute con la stessa potenza che avevano in passato”, ha scritto Boym.
La nostalgia riflessiva
La nostalgia riflessiva è dunque caratterizzata dalla divertita accettazione del contrasto tra il passato e il presente.
Ad esempio, proviamo un tipo di nostalgia riflessiva quando ascoltiamo una vecchia canzone risalente ai tempi del liceo.
Durante l’ascolto, vengono rievocate le preoccupazioni e le speranze per il futuro che abbiamo provato da adolescenti, e ci stupiamo di quanto fosse diversa la nostra vita.
La nostalgia restitutiva
Al contrario, la nostalgia restitutiva crea un sentimento negativo più simile al rimpianto.
Riprendendo l’esempio della canzone che rievoca ricordi del passato, la nostalgia restitutiva ci fa sentire come se la nostra vita fosse peggiorata nel corso degli anni.
La nostalgia restitutiva, infatti, è il motivo per cui le persone richiamano vecchi partner o amici, frequentati anni prima.
Il problema principale della nostalgia restitutiva è che ricrea un passato che non è reale. I bei ricordi, infatti, vengono completamente decontestualizzati dai loro aspetti negativi.
Ad esempio, il piacevole ricordo degli anni del liceo diventa dannoso quando viene nettamente separato dai problemi e dai disagi che tutti gli adolescenti provano.
Comunque, secondo il professore di letteratura Hal McDonald, i due tipi di nostalgia, anche definiti “nostalgia buona” e “nostalgia cattiva”, non hanno nulla a che fare con i ricordi stessi.
“Non è il passato in sé, ma piuttosto il nostro atteggiamento verso il passato, fa la differenza”, ha detto McDonald.
Dunque, la cosa migliore da fare quando siamo colpiti da un “attacco” di nostalgia, è cullarsi nei ricordi senza scervellarsi su come sarebbero potute andare la cose.
È importante rivivere i ricordi godendosi le sensazioni che ti danno, e accettando che le cose sono andate come dovevano andare.