Dolor y gloria Almodóvar Cannes 2019 |Uscito lo scorso 17 maggio al cinema e in corso al Festival di Cannes, Dolor y gloria segna la definitiva rinascita di Pedro Almodóvar.
Un nuovo processo di fascinazione per il regista spagnolo che si respira già dal trailer: leggero scorre il brano “come sinfonia” di Pino Donaggio re-interpretato da Mina.
Dolor y Gloria ha riscontrato fin dal suo esordio un grande successo di critica e pubblico come conferma il botteghino con incassi che superano gli 80mila euro.
Almodóvar sceglie di puntare, per il suo 22esimo film, i riflettori su di sè, ritagliando su un personaggio maschile alcuni tratti autobiografici che vengono alla luce scena dopo scena.
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Almodóvar in un’intervista a La Repubblica, nel corso della presentazione a Cannes ha dichiarato che il “tasso di autobiografia [che] c’è in Dolor y gloria […] sul fronte dei fatti è il 40 per cento, ma per quello che riguarda un livello più profondo, si tratta del 100 per cento”.
“In tutti i posti dove il personaggio di Antonio [Banderas, ndr] è stato, ci sono stato anche io, la casa di Salvador è una copia della mia”.
Quello che il regista spagnolo non conferma è di aver fatto uso di eroina o di aver pronunciato alcune frasi nei confronti della madre come fa il protagonista nel film.
Dolor y Gloria | Trama
Dolor y Gloria di Almodóvar racconta una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo (Antonio Banderas), un regista cinematografico al capolinea artistico.
Attraverso i ricordi ripercorre tutta la sua vita. La sua infanzia è negli anni ‘60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia, in cerca di fortuna.
Poi i primi amori e una Madrid anni ‘80, l’amora per la scrittura e la scoperta del cinema così come la crisi artistica.
Ricordando e raccontando quello che è stato Salvador riesce non solo a guarire le sue ferite ma a trovare una nuova pace e linfa vitale.
Almodóvar | polemica Netflix
Nel 2017 Almodóvar, presidente di giuria a Cannes aveva sottolineato la sua opposizione alla presenza di due film targati Netflix in concorso. Ora torna in un’intervista a Variety a parlare dell’argomento.
Ribadendo la sua posizione ma con toni meno accesi: “I film sono concepiti per essere mostrati su grande schermo, al buio, a persone che non si conoscono. E’ questa la magia del cinema”.
Per quanto riguarda la stesura di una serie non esclude l’idea.
”Non sarebbe una serie monotematica, ma composta di episodi indipendenti l’uno dall’altro, magari di storie brevi, simili a dei cortometraggi”.
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